Bologna, 4 aprile 2014 - E’ stata scoperta un’estesa riserva di acqua sotterranea su Encelado, una piccola luna ghiacciata di Saturno. Si tratta di una sorta di oceano con fondali rocciosi, i quali potrebbero essere sede di reazioni chimiche ricche e complesse tanto da determinare condizioni ambientali potenzialmente ospitali per la vita.

A questa conclusione sono giunti ricercatori italiani e americani, analizzando la gravità e la topografia del satellite, misurate dalla sonda spaziale Cassini. Il gruppo è guidato da Luciano Iess, del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale di Sapienza Università di Roma, con la collaborazione di Marzia Parisi e Marco Ducci, e di Paolo Tortora dell’Università di Bologna. La ricerca, pubblicata ioggi sulla rivista Science, è stata finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana.

La struttura interna di Encelado è diventata uno degli obiettivi scientifici più importanti della missione Cassini dopo la scoperta di getti d’acqua ricca di sali, emessi da lunghe fratture (dette tiger stripes, graffi di tigre) presenti nella regione polare meridionale, sotto la spinta di maree provocate dalla forza gravitazionale di Saturno.

I ricercatori avevano spiegato questi geyser spaziali, del tutto inattesi vista la bassissima temperatura superficiale (circa -1800C), con la presenza di acqua allo stato liquido in profondità. Ma l’estensione e la geometria di questa riserva d’acqua sotterranea erano finora ignote.

Lo studio pubblicato su Science ha fornito i dettagli di quello che è risultato un vero e proprio oceano regionale a 30-40 chilometri di profondità sotto la superficie della calotta polare meridionale del satellite; una massa d’acqua assai vasta (pari all’incirca a quella del Lago Superiore, il secondo lago più grande della Terra) che si potrebbe estendere dal polo sud a latitudini di circa 50° S per una profondità stimata di 8 chilometri.

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