Bologna, 9 aprile 2014 - Blitz dei carabinieri contro le ‘ndrine calabresi in Emilia Romagna (video). I militari dei Nuclei Investigativi di Bologna, Reggio Emilia e Modena, col supporto di quelli del Comando Provinciale di Crotone, in quelle province e sull’intero territorio nazionale hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal gip di Bologna, su richiesta della locale Dda (Direzione Distrettuale Antimafia), a carico di 13 persone (7 destinatari di custodie cautelari in carcere e 6 ai domiciliari), tutti ritenuti contigui alle cosche Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto.

Per gli inquirenti i 13 erano coinvolti in un'attivita' criminale che portava all'impiego di capitali di provenienza illecita riconducibili alle cosche, da 'riciclare' in attivita' economiche intestate a prestanome, in particolare nei settori dell'autotrasporto e del movimento terra del nord, tra Reggiano, Modenese e Bolognese. L’attivita’, che prevede anche il sequestro di beni per un valore stimato di circa 13 milioni e l’esecuzione di 30 perquisizioni, ha visto impiegati 250 militari, con l’ausilio di unita’ cinofile ed elicotteri.

L’operazione costituisce l’esito di due filoni di indagine svolte dai carabinieri di Reggio Emilia (Operazione “Zarina”) e Bologna (Operazione “Aurora”), condotte rispettivamente da giugno 2010 ad ottobre 2011 e da novembre 2011 ad ottobre 2012, aventi per oggetto, in gran parte, gli stessi personaggi e pertanto coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia in un unico filone investigativo. L'indagine ruota intorno a Michele Pugliese, 38 anni, detto 'Michele la papera', ritenuto personaggio di spicco delle cosche Arena e Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto, e a Caterina Tipaldi, sua ex compagna. Michele Pugliese, che era in detenzione domiciliare, e' figlio di Franco Pugliese (peraltro uno dei destinatari delle perquisizioni odierne), arrestato nel 2010 per la vicenda che coinvolse anche l'allora senatore Nicola Di Girolamo, cui avrebbe garantito l'elezione raccogliendo voti tra gli emigrati calabresi in Germania.

Oltre a Michele Pugliese, sono finiti in carcere altri due esponenti della famiglia, Mirko, 26 anni e Mery, 35; poi Giuseppe Ranieri, 32, Vito Muto, 50, Diego Tarantino, 41, Federico Periti, 36. Ai domiciliari, oltre a Caterina Tipaldi, 31, Carmela Faustini, 59, Vittoria e Doriana Pugliese, 38 e 31, Anna La Face, 45, Salvatore Mungo 27.

L'operazione di oggi è "un risultato molto importante, che ci dà la conferma della presenza in Emilia-Romagna di organizzazioni calabresi molto potenti e pericolose e di come fossero riuscite ad infiltrarsi nei settori economici e finanziari di questa regione". A dirlo è il procuratore di Bologna Roberto Alfonso, a capo della Dda, ribadendo l’importanza del "contrasto ai patrimoni di mafia, che e’ l’arma vincente"