Bologna, 15 aprile 2014 - HO LETTO ieri la sua risposta a un lettore in cui parlava della tradizione orale che si è smarrita, dei nonni che raccontavano della guerra o della prigionìa. Oggi non ne sentiamo più di quelle storie, per fortuna...

Matteo Massignano

Risponde il vicedirettore del Resto del Carlino, Massimo Gagliardi

NON VOLEVAMO certo esaltare la guerra. Parlavamo solo di quello che ascoltavamo in casa. E sì ch’erano storie piuttosto forti... Si voleva invece sottolineare l’importanza del racconto orale. Quando l’etnologo tedesco Leo Frobenius raccolse le sue «Fiabe del Kordofan» dai cammellieri del Sudan compì un’operazione a dir poco pregevole. Impedì che quelle storie andassero irrimediabilmete perse. Interi popoli africani che fino a qualche decennio fa non sapevano scrivere, hanno perso i canti, hanno smarrito la nozione dei loro costumi, delle loro architetture, dei fatti salienti delle loro comunità. Perdite incalcolabili. Rimane ancora molto da fare, però. E non solo in Africa ma anche in sperdute comunità agricole della nostra Italia.

massimo.gagliardi@ilcarlino.net