Bologna, 17 aprile 2014 - PRIGIONIERI delle loro stesse case, isolati nella loro stessa città. È la condizione in cui vivono da anni le 300 famiglie del ‘villaggio rurale’ di Corticella, un’area residenziale edificata negli anni 40 dall’allora Iacp. Oggi le 150 villette bifamiliari racchiuse tra le vie Bortolotti, Mengoni e Cristoforo Colombo sono quasi tutte di proprietà delle famiglie (a eccezione di una dozzina del Comune), stanche di vivere nell’isolamento. L’area, senza servizi e divisa dalla città dalla ferrovia, è collegata alla zona Corticella da un sottopassaggio impercorribile da anziani e disabili. Non ci sono scivoli, solo rampe di scale, un disagio con cui ogni giorno fanno i conti anche le mamme con i passeggini. Per questo Jennifer Pollacchini ha deciso di raccogliere le firme di chi da anni è intrappolato.

«QUA vivono tantissimi anziani e famiglie con bambini piccoli — racconta —. Non ci sono servizi o supermercato». In più giochi arrugginiti, rotti, ed erba alta rendono inutilizzabile l’unico parco per bambini. Con il figlio di 19 mesi Jennifer è costretta «ad attraversare il sottopassaggio almeno 4 volte al giorno». In fondo alla strada c’è la stazione ferroviaria, con l’unica altra possibilità di passaggio per entrare in zona Corticella. Lì ci sono gli ascensori, «ma per arrivarci bisogna fare della strada e deve essere una bella giornata di sole», spiega Barbara Beccafarri, una residente in sedia a rotelle. «Non sono libera di uscire per comprarmi le sigarette».

Paola Neri è un’ottantenne cui farebbe comodo un deambulatore per muoversi. Ma poi non riuscirebbe a portarselo dietro: «Come faccio a trascinarmelo su per le scale?». La zona è collegata da un autobus, la linea 411, «ma ne passa uno ogni ora», spiega Jennifer. Finora ha raccolto 116 firme, che il capogruppo della Lega Nord in Comune Manes Bernardini presenterà all’amministrazione assieme a un’interrogazione».

Maddalena Oculi