Bologna, 18 aprile 2014 - Quattro anni e otto mesi, oltre all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e una provvisionale di 20mila euro da pagare alla ex. Lui, un 45enne originario di Palermo e residente nell'Appennino bolognese, è stato condannato per aver perseguitato la donna facendo diventare la sua vita un incubo. Freni dell'auto manomessi, una gomma forata, furti, minacce di morte telefoniche, via sms e di persona con un coltello da cucina sono stati solo alcuni degli atti persecutori messi in atto dal 45enne. Che almeno in un’occasione ha coinvolto la figlia, pure lei insultata e minacciata. L'uomo ha anche chiesto tremila euro per far cessare molestie e pressioni, con la promessa di uscire dalla vita della ex.

I fatti sono stati ricostruiti dalle indagini dei carabinieri, coordinati dal pm Laura Sola, dopo la denuncia della vittima alla fine dell’estate 2013. Per l’uomo, dopo i primi accertamenti, erano stati disposti i domiciliari, ma era evaso e aveva proseguito a perseguitare la ex. Per questo motivo è stato successivamente arrestato ed è finito in carcere. Il giudice Rita Zaccariello lo ha anche interdetto dai pubblici uffici per cinque anni e fissato una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro per la parte civile, rappresentata dall’avvocato Salvatore Tesoriero e dal legale Ambrogio Dionigi.

Le imputazioni si riferiscono a un comportamento iniziato ad aprile 2013. Al 45enne il pm aveva tra l’altro contestato anche di essere entrato in casa della donna e di aver rubato gioielli e un assegno da 800 euro, allontanandosi solo dopo essere stato sorpreso dalla figlia; in un’altra occasione di aver preso il cellulare dalla borsa di lei. In una telefonata le aveva chiesto di incontrarsi dicendo che altrimenti l’avrebbe uccisa per poi togliersi la vita a propria volta.