Bologna, 23 aprile 2014 - IL ROXY BAR verrà messo in vendita dal tribunale. E’ questo l’orientamento che sta prendendo la curatela fallimentare dello storico locale di via Rizzoli 9. Nei prossimi giorni, conclusi alcuni adempimenti, il curatore inizierà a sondare eventuali acquirenti con un invito pubblico a manifestare interesse a rilevare il bar, affinché possa riaprire i battenti e i creditori possano essere almeno in parte saldati. Certo è che, per vedere di nuovo accesa l’insegna e la serranda alzata ci vorrà del tempo. Impossibile dire quanto, ma non è sicuramente questione di giorni. Sempre che la vicenda non si complichi, poiché nel contratto del 2010 con cui i tre vecchi soci hanno ceduto il locale sarebbe previsto un patto di riservato dominio, ovvero una clausola secondo la quale il passaggio di proprietà non si perfeziona fino all’avvenuto pagamento di tutte le rate. Il saldo, in questo caso, sarebbe avvenuto nel 2017 e i vecchi soci potrebbero mettersi di traverso nella procedura fallimentare per sottrarre il bar alle pretese dei creditori. Il Roxy è chiuso dallo scorso 17 aprile.

L’ULTIMO titolare, Salvatore Giovinazzo, ha spiegato al ‘Carlino’ di essere stato sopraffatto da costi insostenibili: «Ci sono gli affitti troppo alti, le tasse comunali, le spese per i dipendenti. E’ una decisione che ho preso a malincuore, visti i sacrifici che ho fatto due anni fa per comprarlo, ma ho constatato che adesso non ce la faccio più. Non ho scelta, ringrazio i ragazzi che hanno lavorato con me e tutti i clienti che ho servito, ma chiudo». La notizia ha fatto in un baleno il giro d’Italia, perché il Roxy Bar di Bologna è universalmente noto come il locale in cui è ambientato il verso più celebre della canzone ‘Vita spericolata’ di Vasco Rossi: «E poi ci troveremo come le star a bere del whisky al Roxy Bar».

IN REALTÀ come spiegato dalla portavoce del Komandante e da Red Ronnie, il rocker non sapeva nemmeno dell’esistenza del locale quando ha scritto la canzone. Il legame è nato con le foto scattate proprio da Red Ronnie con Vasco davanti al Roxy nel 1983, anno dell’uscita del disco. Da allora, quello è diventato per tutti ‘il’ Roxy Bar, e la leggenda è stata sempre assecondata dai gestori. Che la circostanza abbia attratto migliaia di clienti-fan nel corso degli anni è testimoniato dal groviglio di firme e dediche che copre i muri della scala elicoidale che scende verso la toilette, e che costituiscono il vero patrimonio storico del bar. I tre soci storici, che avevano rilevato il Roxy da Nicola Cardone nel 1982, hanno passato la mano nel 2010, cedendolo alla società Al.Cal., allora proprietaria anche di altri locali del centro.

LA DITTA, nel 2012, è passata a Salvatore Giovinazzo, che ne è diventato socio il 17 gennaio di quell’anno. Nel frattempo il bar ha subito un profondo restyling, che ha comunque lasciato intatte le pareti ormai destinate alle firme. Gli affari, però, non sono andati secondo i piani e lo scorso 10 aprile è arrivato lo stato di fallimento. La notizia della chiusura, inattesa per i più, non ha colpito solo i fan di Vasco, ma tutti i bolognesi che sono cresciuti con l’insegna del Roxy accanto, data la sua posizione nel cuore della città. Ora, la storia potrebbe ricominciare, ma chi pregusta un whisky al Roxy Bar dovrà ancora pazientare.

Enrico Barbetti