Bologna, 11 giugno 2014 - Esiste un museo cui si può accedere da qualsiasi parte del mondo senza bisogno di fare file o pagare un biglietto. E' il "Photographic Museum of Humanity", il primo museo sul web dedicato alla fotografia contemporanea (video).

L'idea arriva da molto lontano. E' l'agosto 2011, Buenos Aires. Giuseppe Oliverio, imprenditore bolognese classe 1985, si trasferisce in Argentina dove comincia a sviluppare il progetto con un team di programmatori locali. Dalla fase embrionale a quella attuativa il passo è breve, perché Giuseppe, curriculum da invidia ed entusiasmo da vendere, a gennaio 2012 fonda la società "Photographic Museum Srl", con sede a Bologna. A giugno dello stesso anno esce la prima versione del sito e sei mesi dopo il museo 'apre le porte' per la prima mostra curata.

Oggi le mostre sono arrivate a sedici e il sito raccoglie i lavori di circa 4mila fotografi provenienti dai cinque continenti. Le gallerie, curate da un team guidato da Oliverio, hanno già ospitato i lavori di artisti premiati a livello internazionale, come Anastasia Taylor Lind, Alejandro Cartagena, Espen Rasmussen e Hajime Kimura. Nel primo anno di attività il "Photographic Museum of Humanity" è stato raggiunto da più di 300mila visitatori. Nomi e numeri che fanno del museo un vero punto di riferimento per la fotografia contemporanea, tanto da attirare le attenzioni di media internazionali del calibro di Time, Glamour e The British Journal of Photography.

In questo speciale museo non c'è rischio polvere, perché le attività sono in continuo fermento. A maggio 2014 è stato inaugurato il "Museum Store", l'area del sito nella quale è possibile acquistare stampe fotografiche in edizione limitata. E a gennaio 2015 il museo rilascerà un primo libro firmato da nove giovani e talentuosi fotografi che collaborano con il sito: per promuovere il volume, il team ha organizzato diversi viaggi promozionali su un pulmino azzurro che ha toccato paesi come Bolivia, Brasile, Uruguay e Chile. Perché per immortalare l'attimo giusto non bisogna mai fermarsi.

Gianmarco Marchini