Bologna, 19 giugno 2014 - Saranno come minimo alcune centinaia le richieste a cui la Curia di Bologna dovra’ far fronte con il fondo anti-crisi voluto dall’arcivescovo Carlo Caffarra. La stima e’ dello stesso cardinale, che ne parla questa mattina a margine della sua visita in seminario per la festa di Estate Ragazzi.
 

“Stiamo facendo la rilevazione dei bisogni, che deve terminare la settimana prossima- spiega Caffarra- a quel punto la Caritas vedra’ quante sono le persone svantaggiate, cioe’ dai 45 ai 50 anni che hanno perso il lavoro e hanno ancora figli piccoli, e quanto possiamo dare”.
 

In via Altabella e’ gia’ arrivata la disponibilita’ di alcuni privati, imprenditori, “che ci hanno gia’ detto: quando e’ il momento ditecelo e noi versiamo il nostro obolo - riferisce Caffarra- sono sicuro, conoscendo queste persone, che sara’ di piu’ di un semplice obolo

Le richieste che stanno arrivando in Curia, dunque, “sono tante. C’e’ gia’ uno screening fatto dalle Caritas parrocchiali, ma nonostante questo i numeri sono molto alti- sottolinea il cardinale- spero che il fondo possa sostenerli in maniera che non sia un’elemosina una tantum”.
 

Secondo Caffarra, infatti, “bisogna assicurare una sorta di stipendio per qualche mese almeno” a queste persone, “perché magari e’ gia’ finita la cassa integrazione. Adesso la Caritas studiera’ attentamente tutti questi problemi e poi a settembre si parte”.


Con il precedente fondo di solidarieta’ istituito per “le famiglie che avevano bisogno per l’educazione dei bambini- ricorda Caffarra- siamo stati su qualche centinaia” di richieste. E c’erano casi anche di bambini “che in inverno faceva i compiti alla luce della candela per non consumare luce e gas. E siamo a Bologna, eh”.

Col fondo anti-crisi, prevede l’arcivescovo, “ne avremo di piu’. Nella nostra regione, i cosiddetti svantaggiati nel giro di sei anni sono triplicati. Quindi e’ una cosa seria”.