Bologna, 27 giugno 2014 – Il giudice per le indagini preliminari di Bologna Francesca Zavaglia ha ordinato nuove indagini respingendo la richiesta di archiviazione della Procura di Bologna per le eventuali responsabilità dei medici per la morte di Devid Berghi, il bimbo morto di freddo il 5 gennaio 2011 dopo essere stato soccorso in piazza Maggiore. Il gip ha concesso 6 mesi di tempo.

Il 6 febbraio 2013 era arrivata la condanna per i genitori di Devid dal gup Alberto Ziroldi, con il rito abbreviato condizionato a una perizia medico-legale: due anni per omicidio colposo. Gli assistenti sociali invece sono stati assolti per non aver commesso il fatto. In quell’occasione il gup aveva rimandato gli atti alla Procura dicendo di fare nuove indagini sui medici che si occuparono del neonato, basandosi sulla perizia firmata dal medico legale Vittorio Fineschi e della neonatologa Maria Serenella Pignotti.

Secondo la perizia Devid morì per insufficienza cardiocircolatoria dovuta a una grave ipotermia associata a broncopolmonite: i medici che l’aveva dimesso non avrebbero valutato adeguatamente che il piccolo il 20 dicembre (era nato il 13 con un gemellino) aveva già avuto un episodio di distermia, poi risolto. I medici erano quelli che approvarono il 29 dicembre le dimissioni dopo il parto e che visitarono il bimbo, in una visita pediatrica, il 31.

La richiesta di archiviazione riguarda un’indagine che scaturisce da due fascicoli poi riuniti: uno conoscitivo, l’altro con un medico indagato e un altro da identificare. Alla richiesta di archiviazione si era opposto il legale dei genitori, avvocato Milena Micele, e ora il giudice ha chiesto di svolgere nuove indagini per identificare quel medico non identificato, eventualmente risentire i periti e il personale dell’ospedale Sant’Orsola e per acclarare le responsabilità. Intanto la sentenza di primo grado che ha condannato i genitori è stata impugnata dall’avvocato Micele e anche dalla Procura generale di Bologna, in riferimento all’assoluzione dei due assistenti sociali.