Bologna, 29 giugno 2014 - «Conto di andare a trovare Anna Maria tra qualche giorno. Vorrei portare a Ripoli gli arnesi necessari al suo lavoro, così potrà farlo da casa». Don Giovanni Nicolini è tornato ieri a Bologna e la prima cosa che ha fatto è stata sentire Anna Maria Franzoni. «Mi ha chiamato lei — racconta —, voleva comunicarmi di persona la sua felicità». Per don Nicolini, che gestisce la cooperativa ‘Siamo qua’ per la quale la mamma di Cogne ha lavorato realizzando borse dentro e fuori - in regime di semilibertà - dalla Dozza, quello della Franzoni «è un graduale ritorno alla normalità. Lei aveva già goduto, in questi anni, di permessi premio. Aveva già potuto riassaporare la vita in famiglia, anche se a ‘singhiozzo’. Ora, invece, ricomincia la vita vera, fatta delle piccole gioie e dei piccoli problemi della quotidianità».

La Franzoni è stata ammessa ai ‘domiciliari’ giovedì, dopo che il Tribunale di sorveglianza, acquisita la perizia redatta dal professor Augusto Balloni, ha ritenuto le condizioni della donna compatibili con il regime detentivo alternativo. Aveva chiesto di scontare ciò che resta dei 16 anni di condanna (tre scontati grazie all’indulto) per l’omicidio del figlio Samuele, avvenuto a Cogne il 30 gennaio del 2002, a casa sua, a Ripoli Santa Cristina (San Benedetto Val di Sambro), per stare al fianco del suo terzogenito, Gioele, di 11 anni.

Una possibilità accordatale, in vista di un cammino di reinserimento sociale già avviato in carcere e che la vicinanza degli affetti potrà aiutare. «Sono contento per la decisione presa dal giudice — ha detto ancora don Nicolini —, non solo perché in questi mesi si è creato un rapporto di confidenza e amicizia con Anna Maria, ma anche perché è importante, in un momento come questo, ricordare che il compito dell’istituzione carceraria è prima di tutto rieducare, supportare il reinserimento sociale dei detenuti. Il caso di Anna Maria Franzoni può essere da esempio, può essere lo spunto per riprendere un discorso, quello della ricostruzione di un’esistenza a partire dal carcere, anche attraverso il lavoro».

Don Nicolini è già stato ospite dei Franzoni a Ripoli: «Una famiglia unita che non farà mancare l’affetto e la presenza che servono ad Anna Maria». Anche per il sacerdote la parola chiave nel futuro della mamma di Cogne dovrà essere ‘normalità’. «Sono contento che torni da noi a lavorare una volta a settimana — conclude —. In parrocchia ha imparato a farsi voler bene da tutti».

Nicoletta Tempera