Bologna, 29 giugno 2014 - LA BATTAGLIA degli aeroporti è già cominciata. I bolognesi hanno oltrepassato il muro dei 6 milioni di passeggeri. I fiorentini e i pisani, dopo lunghe polemiche, hanno deciso di muoversi. La Regione Toscana ha venduto le quote che deteneva nel «Vespucci» e nel «Galilei» al magnate argentino Eurnekian (che ora li controlla). Un’agglomerazione definita «micidiale» dall’azionista di maggioranza del «Marconi». Bologna da un paio d’anni aveva già messo gli occhi sul bacino toscano e da un anno e mezzo aveva varato l’«Appennino Shuttle», un pullman gran turismo che in 80 minuti (per dieci volte al giorno in andata e altrettante al ritorno) porta i toscani dalla stazione Santa Maria Novella al «Marconi» e viceversa. Evidente quindi come i piani di Corporacion America (la holding di Eurnekian) infastidiscano i bolognesi. Ovviamente non esiste solo il bus per varcare l’Appennino: il Frecciarossa in mezz’ora ci porta di qua e di là. Salvo che, sbarcati al «Marconi», i toscani devono prendere un bus per arrivare in stazione e quindi il treno.

A BOLOGNA si parla da anni della navetta stazione-aeroporto ma i giochi stanno a zero. Ecco spiegato l’allarme di Piero Collina, presidente del colosso cooperativo Ccc che agli ipercritici ha detto: «Più aspettiamo e più è facile che quella concorrenza (riferendosi a Eurnekian, ndr) vinca». I dissidenti (e anche il sindaco Merola alla navetta non ha mai creduto fino in fondo) pensano che l’opera non stia in piedi. E le banche nicchiano: di questi tempi esporsi per decine di milioni è impegnativo per tutti. Sta di fatto che per l’immaginario dei fiorentini Bologna è lontanissima, è di là dall’Appennino. Ma anche Pisa per loro non è vicina, serve un’ora buona. E allora? Bologna deve decidere, e in fretta. Puntare sul bacino toscano convincerebbe Ryanair, motore del rilancio felsineo, a rimanere al «Marconi». Ma l’irlandese volante vuole fatti: la navetta e magari una vasta operazione d’informazione che convinca i toscani della vicinanza bolognese. Impossibile? Per nulla. A patto che si scelga.

Massimo Gagliardi