Bologna, centro storico invaso dagli accattoni

Decine di questuanti sotto i portici e nelle piazze. I commercianti: ‘Sono spavaldi, sanno che nessuno li può cacciare’

Uno dei tanti giovani che chiedono l’elemosina in centro (Schicchi)

Uno dei tanti giovani che chiedono l’elemosina in centro (Schicchi)

Bologna, 7 aprile 2017 - I portici del centro sono sotto assedio. I mendicanti, dove c’è profumo di spiccioli, spuntano come funghi. Basta passeggiare lungo Quadrilatero, Strada Maggiore, via Santo Stefano, Indipendenza, Oberdan e dintorni, per accorgersi del volume che la questua ha raggiunto ultimamente. Ci sono i ragazzi di colore che porgono ai passanti il cappellino rivolto verso il basso, i rom spettinati che avvicinano la gente e le persone con difficoltà motorie che cercano la compassione in qualche moneta. Ma non è finita qui: c’è anche chi è più fantasioso, come i mimi, che si travestono – ieri sono stati avvistati un clown e una renna natalizia in Piazza Maggiore –, i venditori di libri, i musicisti, e chi più ne ha più ne metta. Al di là della varietà di profili, ci sono alcune zone di concentrazione dei questuanti, sopratutto dei ragazzi con il cappellino e dei rom. I più ‘lavorano’ in centro, e si appostano in particolar modo nei luoghi in cui vi è uno scambio di spiccioli o banconote di piccolo taglio (ciò che tipicamente si lascia in elemosina).

Così tra via Clavature, De’ Toschi, Drapperie e Pescherie Vecchie ci sono 18 questuanti con tanto di supervisore, che sta di vedetta dove comincia vicolo De’ Ranocchi. Stanno di fronte a ristorantini, tabacchi, chiese e sopratutto bancarelle – ogni 10 metri ce n’è uno – . «Appena la gente apre il portafoglio, si avventano – sbotta Vincenzo Fazzino, fruttivendolo di via Pescherie Vecchie –. Senza contare che a noi chiedono cibo e acqua. Il numero sta crescendo, e sono sempre più spavaldi perché sanno che nessuno li può cacciare via». Devono saperlo, di non essere i benvenuti, quindi qualcuno cerca di farsi ben volere ‘dal vicinato’, dando una mano ai mercanti con pulizie e carico e scarico, come il ragazzo appostato davanti alla salumeria Simoni. In Piazza Maggiore ci vanno i mimi, e due uomini che, aiutati dal bastone, camminano su e giù anche per via D’Azeglio, meta prescelta da due punkabbestia con i cani. Nemmeno posti ‘chic’ come Zanarini sono risparmiati: seduto su un gradino c’è un ragazzo con un bicchiere per gli spiccioli posato a terra. Proseguendo in via Santo Stefano, altri ragazzi con i cappellini per monete sono appostati di fronte a Coop, Carrefour, forni e gelaterie. Idem in Strada Maggiore, dove almeno la Coop è libera: «Ho cacciato, a furia di riprenderli, 3 ragazzi di colore e 3 rom che non lasciavano stare i clienti», spiega il direttore del supermercato Claudio Orsoni. Tra le due vie si contano almeno 15 questuanti operativi, più altri 3 in pausa pranzo all’alimentari prossimo a piazza Aldrovandi.

E anche nella piazza fiorisce la questua. «È un caso che ora non ce ne siano, perché in genere sono almeno in 10 ad appostarsi davanti ai chioschi», spiega Daniela Gatti, dell’Antica Formaggeria. Non va meglio nemmeno in via Oberdan, davanti ai supermercati e negli angoli con le vie più trafficate, come via Marsala. Aggiunta la manciata di mendicanti in via Indipendenza, si sfora la soglia dei 50. E sono solo poche strade.

DI ELISABETTA GARDINI

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