“Non si può entrare con bevande”. Stop all’allattamento in Comune

La disavventura di Chiara Cretella diventa un caso. L’amministrazione getta acqua sul fuoco

Chiara Cretella con il piccolo Federico in braccio durante una conferenza

Chiara Cretella con il piccolo Federico in braccio durante una conferenza

Bologna, 21 dicembre 2016 – E’ diventato un caso la disavventura capitata nei giorni scorsi a Chiara Cretella, assegnista di ricerca dell’Alma Mater sulle politiche di genere.

Era mercoledì 14 dicembre: Cretella, madre di un bimbo di 5 mesi, si trovava in Cappella Farnese, al terzo piano di Palazzo d’Accursio, per partecipare a una convegno. La sala (bellissima) era, come al solito, un po’ fredda e la mamma decide di trovare un angolo più caldo per allattare il piccolo. A fianco c’era una stanza dove è stata allestita la mostra “Wolfango” patrocinata dal Comune e realizzata in collaborazione con l’istituzione Bologna Musei. «All’interno – racconta Cretella – trovo un ragazzo al quale chiedo se posso sedermi un attimo ad allattare. E lui mi risponde che nella sala “non si possono introdurre alimenti e bevande”. Non voglio assolutamente dire che il Comune mi ha allontanata o farne un caso politico – precisa la Cretella –. Sono consapevole che si è trattato di un classico caso di scarsa sensibilità personale di quel ragazzo. Ma è ora di porre un tema più generale sul diritto di allattamento in pubblico».

La mamma è stata allora raggiunta dalla consigliera dem Raffaella Santi Casali e poi ha trovato rifugio in una saletta delle collezioni comunali d’arte dove «una signora gentilissima e probabilmente a sua volta madre mi ha ceduto la sua sedia».

Il 14 dicembre stesso, poco prima di mezzogiorno, il compagno di Chiara Cretella pubblica un post indignato su facebook. «Cose assurde: Chiara chiede di poter allattare il bambino nell’unica stanza calda di un luogo istituzionale, nella sala in questione c’è una mostra d’arte e un giovanissimo guardiano, comunque esterno immagino, il quale rifiuta la richiesta dicendo che non è possibile introdurre cibi e bevande! C’è molto da fare...», scrive.

E da lì, apriti cielo. Nel giro di poche ore viene contattata dalla redazione di Radio Città del Capo alla quale Cretella racconta la sua disavventura. Poco dopo, le arriva anche una telefonata di Raffaella Sottile, la giovane mamma che era stata malamente apostrofata dai bagnini di uno stabilimento balneare di Taggia, in provincia di Imperia, mentre allattava. «Raffaella si è fatta portavoce di una raccolta firme online sulla piattaforma Change.org per il diritto delle madri ad allattare ovunque, anche il pubblico», spiega la Cretella.

La eco della disavventura di Chiara Cretella ha spinto anche l’amministrazione a una precisazione. «La sala Ottagonale, dove si tiene la mostra “Wolfango” apre solo in occasioni straordinarie. Per garantire la sorveglianza delle opere ci si è avvalsi di personale dipendente di una ditta esterna. Il personale, in questo sempre, ha indicazione di non far entrare cibi e bevande – continua il Comune –. Ma non è stato questo il caso perché, secondo quanto riferito nel rapporto chiesto dal Comune all’azienda, l’operatore non ha allontanato la signora con la motivazione di non introdurre cibi e bevande ma perché non aveva ritenuto opportuno che la signora si sedesse sulla sedia accanto alla postazione di cassa. L’amministrazione comunale ribadisce quindi che tutte le mamme che allattano sono le benvenute a Palazzo d’Accursio».

All'interno del Comune, comunque, esiste una stanza dedicata all'allattamento. Si trova al secondo piano ed è allestita con un faciatoio per il cambio e una poltrona per la mamma. «Se c'è, allora non è sufficientemente segnalata», conclude Cretella.

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