Bologna, è morto Andrea Fabbri, l’imprenditore dell’amarena

Presidente del Cda, è scomparso a 67 anni sconfitto dalla malattia. I funerali martedì 9 gennaio in San Domenico

Andrea Fabbri, 67 anni, guidava la quarta generazione

Andrea Fabbri, 67 anni, guidava la quarta generazione

Bologna, 8 gennaio 2018 - Nati in un barattolo di amarena. Così hanno sempre detto di loro i Fabbri. Facile capire il perché: a quello sciroppo, nato nel 1915 grazie a una ricetta contadina rielaborata da donna Rachele, e a quel vaso di ceramica così sui generis che suo marito Gennaro commissionò al maestro faentino Riccardo Gatti, tutti i Fabbri hanno dedicato la loro vita.

Lo ha fatto fino all’ultimo anche Andrea, a guida della quarta generazione (due coppie di fratelli: Andrea e Paolo, Nicola e Umberto), che si è spento sabato sera al termine di una lunga malattia. Sessantasette anni, sposato con Beatrice, padre di Stefania e di Camilla (entrambe in azienda: quinta generazione con i cugini e le cugine), Fabbri era presidente del Cda della Holding a cui fanno capo le 11 aziende del gruppo dislocate in tutto il mondo (300 dipendenti, 80 milioni di euro di fatturato 2016).

Nato il 5 luglio 1950, era in azienda per più di quarant’anni negli uffici dello storico stabilimento di via Emilia Ponente, sormontato da una gigantesca riproduzione del barattolo dell’Amarena. Non era l’unico prodotto, certo: la Fabbri da sempre è presente in molti settori, dalla gelateria alla pasticceria, dal beverage alla vendita diretta e da ultimo di nuovo nella distilleria, dove il marchio nacque.

Al centro, però, c’era e rimane tuttora quello sciroppo di amarena, 108 anni di vita, diffuso in 110 Paesi nel mondo, inseguito con scarso successo da un’infinita schiera di imitatori. Perseguiti, contrastati, ma in fondo mai davvero odiati, come dimostra la collezione di vasi fac-simile che fa bella mostra negli uffici, e che Andrea mostrava immancabilmente agli ospiti con un sorriso e un certo orgoglio, perché tanto hai voglia ad affannarsi: di Amarena ce n’è una.

Entrato giovanissimo in azienda dopo la laurea in Giurisprudenza a 23 anni, Andrea ha lavorato al fianco del fratello e dei cugini fino a pochi giorni fa, perché il male che lo aveva colto, racconta la famiglia, lui lo aveva combattuto per lungo tempo a viso aperto, con il coraggio e l’ostinazione che lo contraddistingueva da sempre e che ha trasmesso agli altri Fabbri. Una famiglia numerosa eppure sempre coesa in azienda, visto che in 118 anni di storia mai un’azione è uscita dal consesso familiare. Nove soci, alternati nelle cariche delle undici società, e con un regolamento di comportamento siglato un decennio fa che impone alle nuove generazioni un percorso di studi universitari e una lunga gavetta prima di avvicinarsi al potere, e alla ricetta segreta di donna Rachele.

I funerali di Andrea Fabbri si terranno domani, alle 11, nella basilica di San Domenico, in piazza San Domenico. "Per me eri un fratello maggiore, un consigliere fidato, un mentore – ha scritto ieri commosso il cugino Nicola, il volto più noto oggi della Fabbri –. Fa buon viaggio".

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