Bologna, rapine ai caselli, due arresti. Uno è un ex investigatore

Sono stati fermati mentre aggredivano il dipendente all'uscita di faenza. Sospetti su altri 5 colpi

La polizia li ha arrestati mentre rapinavano il casello di Faenza (foto Schicchi)

La polizia li ha arrestati mentre rapinavano il casello di Faenza (foto Schicchi)

Bologna, 14 luglio 2017 - Sono stati beccati ieri notte dalla polizia mentre rapinavano il casello autostradale di Faenza, con il volto coperto e armati di scacciacani e fascette per legare la vittima, che era stata minacciata e fatta sdraiare a terra. I due banditi, però, un 39enne nato in citta, ma domiciliato a Medicina, ex investigatore privato, e un 27enne di Porretta, domiciliato a Bologna, non sapevano che quel casello era tenuto sotto controllo dalla Polstrada, perché considerato a rischio rapina, dopo i recenti colpi messi a segno negli ultimi tre mesi tra Bologna e Ravenna.

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Quando i malviventi, quindi, erano pronti ad arraffare l'incasso sono stati fermati e arrestati dalla polizia e trasportati in carcere. Questo colpo, però, per i due uomini originari del bolognese potrebbe solo essere uno di una lunga serie. Gli investigatori, che da tempo lavorano per capire se dietro i continui colpi ai caselli autostradali tra Bologna e Ravenna ci fosse la stessa mano, sospettano che i due abbiano commesso altre sei rapine: tre al casello Arcoveggio, una a Sasso Marconi e un'altra a Faenza, per un bottino totale di 50mila euro.

I malviventi, arrestati l'altra notte per la rapina commessa proprio a Faenza e ora in carcere a Ravenna, secondo la ricostruzione della Polstrada, hanno agito seguendo un piano ben preciso e studiato, utilizzando probabilmente le conoscenze del 39enne ex investigatore privato. I due, infatti, per il colpo hanno utilizzato un motorino, un Aprilia Scarabeo, rubato a Bologna lo scorso gennaio, ma a cui era stata montata una targa trafugata da un altro mezzo, per non essere identificati.

Lo scooter, poi, era stato parcheggiato in una strada laterale all'autostrada, così da non essere ripresi dalle telecamere. Una volta al sicuro, i banditi si sono avvicinati a piedi al casello e utilizzando una chiave particolare hanno aperto il gabiotto del casellante e lo hanno rapinato, minacciandolo con una scacciacani, a cui era stato tolto il tappo rosso, e legandogli mani e piedi con dele fascette. Prima che potessero portare via i soldi, però, sono intervenuti gli agenti, che stavano tenendo sotto contro proprio quel casello, che hanno arrestato il 39enne e il 27enne.

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