Bologna, attentati anarchici. Ventuno indagati

Fine indagine per l’inchiesta sulle bombe contro gli uffici di Ibm, Eni e Agraria

L’attentato agli uffici Eni messo a segno il 2 marzo 2011

L’attentato agli uffici Eni messo a segno il 2 marzo 2011

Bologna, 16 gennaio 2017 – Sono 21 gli indagati ai quali la procura ha notificato l’avviso di fine indagine, atto che di solito precede la richiesta di rinvio a giudizio, per l’indagine ‘Mangiafuoco’ che ha scandagliato l’ambiente anarco-ambientalismo per diversi attentati incendiari avvenuti a Bologna tra il 2010 e il 2011.

Per le 21 persone coinvolte l’accusa è di associazione a delinquere. L’indagine ‘Mangiafuoco’ del Ros, coordinata dal Pm Enrico Cieri, portò nel 2012 a perquisizioni. Tutto prese il via dall’attentato incendiario al Roadhouse Grill di Bologna del 12 dicembre 2010, rivendicato sul sito finoallafine.info, con solidarietà a tre detenuti in Svizzera. Il 26 marzo 2011 furono colpiti con un ordigno rudimentale gli uffici della Ibm Italia, a Bologna. Il 21 luglio 2011 ci fu l’incendio in un capannone di Ozzano, in una sede del dipartimento di Scienze degli alimenti di Agraria; il 2 marzo 2011 ordigni rudimentali erano stati piazzati vicino a uffici Eni. Alcuni indagati sono difesi dall’avvocato Ettore Grenci.

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