Bologna, bimbo prematuro e abbandonato allattato dalle altre mamme

Nato al Sant’Orsola, pesava 775 grammi. Ora ha quattro mesi e sta bene

Il professor Luigi Corvaglia con i biberon del latte donato dalle altre mamme

Il professor Luigi Corvaglia con i biberon del latte donato dalle altre mamme

Bologna, 30 marzo 2017 - C’è un bimbo piuma, che alla nascita pesava solo 775 grammi, con una grande voglia di vivere: adesso ha quattro mesi e la bilancia segna 2 chili e 420 grammi.

È un doppio miracolo, della scienza e anche delle quindici mamme bolognesi che hanno donato il loro latte per farlo crescere. Il neonato, infatti, non è stato riconosciuto dalla giovane donna che lo ha partorito e da quando è nato, Luca, un nome di fantasia, è sempre stato nella Terapia intensiva neonatale del Sant’Orsola – all’interno della Neonatologia diretta dal professor Giacomo Faldella – dove ha superato momenti molto delicati.

Professor Luigi Corvaglia, come sono stati affrontIlati i primi giorni di vita del bimbo? «Il parto è avvenuto quando la gravidanza era alla venticinquesima settimana – risponde il responsabile della Tin – quindi poco più di sei mesi. Luca era molto piccolo, ma vispo nonostante la sua prematurità, tuttavia ha avuto bisogno di assistenza respiratoria intensiva, di sostegno alla funzione cardiaca e di flebo. E poi non aveva il latte della madre».

Una difficoltà in più per voi neonatologi? «Sì, perché il latte della mamma è l’alimento migliore in assoluto, soprattutto per i prematuri: protegge da rischi infettivi e da gravi complicanze gastrointestinali, come la temuta enterocolite necrotizzante che può mettere in pericolo la vita dei bimbi. Ma noi abbiamo a disposizione la grande risorsa di Allattami, la nostra banca del latte. Così abbiamo iniziato a dare a Luca piccole quantità di latte donato».

Quanto latte la prima volta? «Un millilitro, più o meno dieci gocce, per otto volte al giorno. Poi, una volta testata la capacità dell’intestino di Luca, progressivamente abbiamo aumentato le dosi».

In che modo avviene la somministrazione all’inizio? «Con un sondino orogastrico che dalla bocca raggiunge lo stomaco. Questa modalità è stata seguita per un mese e mezzo, poi Luca è stato in grado di prendere il latte dal poppatoio e la sua unica fonte di nutrizione è diventata il latte donato, a cui vengono aggiunti i fortificanti, nutrienti studiati appositamente per i prematuri».

Adesso come sta Luca? «Benissimo. Da quando è nato, il suo peso è triplicato e ormai respira autonomamente, anche se per rientrare nei normali parametri di crescita occorrerà molto tempo».

Sarà diventato la mascotte del reparto? «È proprio così. Tutti lo abbiamo adottato affettivamente, infermieri e medici. So già che quando lascerà la Terapia intensiva neonatale, e troverà la sua collocazione attraverso i servizi sociali, sentiremo la sua mancanza. Sono sentimenti che abbiamo già provato con altri neonati rimasti qui a lungo, anche se Luca è per noi un bimbo speciale, dal momento che non ha avuto accanto la mamma».

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