Blu, graffiti cancellati. Daverio sta con l'artista di strada

Il critico difende la scelta. E sulla mostra di Palazzo Pepoli: “Forse è una stramberia, ma in fondo non ci vedo niente di male“ FOTO Colpo di spugna VIDEO La protesta

Il critico d’arte Philippe Daverio

Il critico d’arte Philippe Daverio

Bologna, 13 Marzo 2016 – Philippe Daverio, come docente e storico dell’arte, se l’aspettava il gesto di Blu?

«Non sono affatto sorpreso e lo condivido anche se parzialmente, visto che il risultato estetico di una rimozione non è sempre esaltante. L’arte però è un fatto di accordo nella comunità e non un gesto anarchico. Per i writers forse essere codificati è come diventare merce»

Quindi Blu ha sbagliato o no? Pare che alcuni suoi graffiti siano stati ‘strappati’ senza consenso.

«Non sono in grado di dare un giudizio, posso però dire che la sua è una vittoria perché ne stiamo parlando e perché se ne scriverà. Anche questo, anche il fatto che tante persone stiano andando in pellegrinaggio dove lui ha rimosso la sua opera fa parte della performance».

Calcoli e non solo protesta?

«Grandi writers come lui agiscono sulla provocazione, su un qualcosa che scompare, ma che poi causa reazioni. Il loro cuore è l’allestimento, come pure vergare e poi rimuovere. Leonardo curava dei meravigliosi allestimenti per Ludovico il Moro, ma poi li toglieva e nessuno li ha conservati. La Monna Lisa invece sì che è rimasta. Questo spiega anche perché la street art non è arte come quella di Giotto o Leonardo. Non ha quel contenuto linguistico complesso».

Ma la mostra sulla street la convinceva?

«Forse è una stramberia e poteva anche essere un’esperienza fotografica, ma non ci vedo nulla di male».

A Bologna altri writers come AliCè sono stati multati. Ha senso per lei?

«E’ la prova dell’incertezza sui linguaggi. Bisogna mettersi d’accordo sulle categorie artistiche».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro