Bologna, bomba alla stazione dei carabinieri di Corticella. Sospetti su Fuoriluogo

L'ordigno era esploso 10 mesi fa e le indagini dei militari dell'Arma non si sono mai fermate

Gli attentatori in azione a Corticella

Gli attentatori in azione a Corticella

Bologna, 19 settembre 2017 - Potrebbero presto uscire dall’ombra gli attentatori che dieci mesi fa hanno messo la bomba davanti alla stazione Corticella dei carabinieri. Le indagini dei militari dell’Arma da allora sono proseguite senza sosta e al momento potrebbero essere vicine a una svolta. Si è infatti scoperto che gli autori del blitz, ripresi dalle telecamere di sorveglianza della caserma mentre piazzavano la bomba, sono arrivati sul posto in bicicletta. Sono stati infatti immortalati da un’altra telecamera della zona mentre percorrevano una pista ciclabile, provenienti dalla Bolognina.

Nelle immagini si vedono tre persone, vestite di nero e a volto coperto, le stesse che poi sono state riprese, a piedi, mentre posizionavano e innescavano l’ordigno artigianale davanti all’ingresso della stazione Corticella, poi completamente devastata dall’esplosione.

I carabinieri hanno ricostruito buona parte del loro percorso e gli specialisti del Ris stanno finendo di effettuare le analisi su alcuni reperti trovati lungo le possibili vie di fuga, fra cui un paio di guanti.

Fin da subito ci sono stati pochi dubbi sulla matrice anarchica dell’attentato. Quello che emerge ora invece è che i sospetti degli inquirenti si stanno concentrando sugli ambienti dell’ex circolo Fuoriluogo di via San Vitale, disciolto nel 2011 dopo il sequestro chiesto dalla Procura e disposto dal giudice. I carabinieri e la Procura sono cioè convinti che la bomba sia stata opera di anarchici locali, non esterni, e la direzione che hanno preso le indagini nelle ultime settimane è appunto quella che porta a Fuoriluogo.

Ovviamente la strada è molto complicata, perché gli anarchici quando colpiscono lo fanno sempre in modo molto organizzato, lasciando a casa i cellulari, dopo averli spenti e dopo aver tolto la batteria, e studiando bene i percorsi così da evitare quanto più possibile le telecamere sparse nelle strade. Le tracce che lasciano dietro di sé sono quindi sempre poche. Ma gli inquirenti non demordono e confidano molto nelle prove fornite dalle analisi scientifiche, comprese quelle sui residui dell’esplosivo, per arrivare all’identificazione degli autori. L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo Giuseppe Amato e dal sostituto Antonella Scandellari.

Nel frattempo, è stato rinviato a giudizio l’anarchico francese Cedric René Michel Tatoueix, 36 anni, senza fissa dimora, fermato dai carabinieri a dicembre e poi rilasciato. Il giovane all’inizio era accusato di aver partecipato alla fase preparatoria dell’attentato, ma quell’accusa è caduta ed è rimasta quella di detenzione di esplosivi con finalità di terrorismo.

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