Carabiniere donnaiolo accusato di omicidio

Fermato a Rovigo con la compagna il maresciallo Salvatore Ciammaichella. Due volte indagato dalla Procura quando era in servizio a Bologna. Spunta un movente

Salvatore Ciammaichella aveva prestato servizio al nucleo radiomobile e a Sala Bolognese

Salvatore Ciammaichella aveva prestato servizio al nucleo radiomobile e a Sala Bolognese

Bologna, 7 giugno 2016 - Omicidio. È la pesante accusa per la quale Salvatore Ciammaichella, ex carabiniere del Radiomobile del comando provinciale, è sotto fermo a Rovigo insieme con la compagna. Per la procura veneta, sarebbero loro gli autori del delitto di un barista polesano, Antonio Piombo, freddato a colpi di pistola il 26 maggio e poi ritrovato cadavere lungo l’argine del Po. Da sabato il militare – attualmente in forze a Cento (Ferrara) anche se in congedo da mesi per malattia – è in carcere nel capoluogo rodigino. E nelle ore in cui gli inquirenti scavano nella vita del carabiniere alla ricerca di un movente, emergono altri precedenti giudiziari che lo riguardano.

Solo quattro mesi fa la procura di Bologna gli ha notificato un avviso di fine indagine per avere divulgato a una conoscente informazioni contenute nel Sistema d’indagine interforze, la banca dati in uso alle forze dell’ordine. A febbraio il pm bolognese Augusto Borghini ha firmato il fine indagine per la divulgazione di dati in uso alle forze dell’ordine (articolo 12 legge 121/81). L’atto, che prelude la richiesta di rinvio a giudizio, è arrivato al culmine di un’indagine condotta anche in questo caso dai carabinieri. Il militare è difeso dall'avvocato Fabio Chiarini. Tutto era partito da una denuncia per furto d’auto presentata da un cittadino, a Casalecchio di Reno e che coinvolgeva una ragazza tunisina alla quale, per un periodo, aveva dato in uso il mezzo. Una ragazza, però, che Ciammaichella conosce da anni e alla quale nel 2013 il carabiniere avrebbe passato illecitamente informazioni sul passato del proprietario dell’auto, sui suoi carichi pendenti e sui suoi movimenti, come le registrazioni in hotel. Proprio quella denuncia, datata anch’essa 2013, aveva da un lato fatto emergere la condotta di Ciammaichella, che ha però sempre respinto ogni addebito e dall’altro avviato un filone d’inchiesta per droga: alla tunisina, infatti, lo stesso pm Borghini contesta la detenzione di 2,5 chili di cocaina.

In passato, però, era stato indagato (ma archiviato) per ingiurie e minacce: una sua ex amante aveva riferito della loro relazione al comandante di stazione di Sala Bolognese dove Ciammaichella lavorava, querelandolo. Per quella vicenda al carabiniere furono dati due giorni di consegna semplice, ma nel 2007 diventò anche l’oggetto del ricorso al Tar presentato dal militare, lamendo la mancata promozione. Una promozione che, a suo dire, gli sarebbe stata negata proprio per lo scandalo a suo tempo sollevato dalla relazione extraconiugale. E quest’anno il ricorso è stato respinto dai giudici amministrativi.

Aggiornamento: interrogato il carabiniere, spunta un movente

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