Carnevale, Balanzone contro i telefonini. "Ci rendono ismiti" / FOTO e VIDEO

Tradizionale discorso del ’Dottore’. Non è mancata una frecciatina al sindaco: “Non se ne vede uno dal 2004“

Il 66esimo Carnevale dei bambini: il discorso del dottor Balanzone in piazza Maggiore

Il 66esimo Carnevale dei bambini: il discorso del dottor Balanzone in piazza Maggiore

Bologna, 11 febbraio 2018 - Sarà anche un po’ pedante, ma il protagonista del Carnevale bolognese è sempre lui. È stata la voce piena del dottor Balanzone, con la sua ‘esse’ marcata e la sua ‘zeta’ da competizione, ad animare, come ogni anno, la festa preferita dai bambini, in una piazza Maggiore illuminata da un bel sole invernale. Centinaia di piccole fatine e giovani supereroi, infatti, hanno atteso pazienti, ai piedi della facciata di San Petronio, l’arrivo dei carri mascherati guidati dal luminare della bolognesità, in un 66esimo Carnevale dei Bambini che ha visto piovere buon umore e zucchero filato.

L’immancabile ‘tiritera’ annuale intonata dal più famoso dottore della commedia dell’arte, interpretato anche questa volta da Alessandro Mandrioli, ha seguito il consueto spettacolo degli sbandieratori petroniani e, alla presenza del vicario generale dell’Arcidiocesi, Stefano Ottani, ha toccato molti argomenti di stretta attualità.

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Davanti alle pance sempre vuote dei poveri Sganapino e Fagiolino, così, ‘al dutàur’ si è scagliato contro gli smartphone “che ci rendono ismiti” e contro “la violenza che dilaga nei confronti dei più deboli”, prima di una stoccata finale riservata al grande assente del giorno. “Il nostro buon sindaco non è venuto ed è dal lontano 2004 che un primo cittadino non presenzia al nostro Carnevale - ha infatti tuonato, bonario ma convinto, Balanzone - forse perché questi personaggi non ritengono i bimbi abbastanza importanti, visto che ancora non votano”.

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La chiusura, invece, prima che dai carri mascherati iniziassero a piovere stelle filanti e dolciumi, è spettata al vicario, che, portati i saluti dell’arcivescovo, Matteo Maria Zuppi, ha ricordato come “le maschere di Carnevale siano belle perché, per una volta, non servono a nascondersi, ma per divertirsi e per sognare”.

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