Bologna, sgominata la cupola che gestisce i centri massaggio cinesi

Le ragazze da avviare alla prostituzione nelle 'case chiuse' di tutt’Italia erano reclutate nel loro Paese

Un centro benessere cinese

Un centro benessere cinese

Bologna, 23 ottobre 2017 – Le insegne dicevano ‘centro massaggi’, ma non solo di massaggi si occupavano le giovani dipendenti cinesi reclutate direttamente nel loro Paese per essere avviate, in Italia, alla prostituzione. La polizia municipale di Roma, in collaborazione con i colleghi di Bologna, ha scoperchiato un ‘vaso di Pandora’ delle case d’appuntamento orientali, sgominando la cupola e denunciando L. F., 46 anni, responsabile del settore ‘marketing e reclutamento’ del sodalizio.

Decine le perquisizioni effettuate questa mattina in contemporanea tra Roma e Bologna. Le indagini, anche tecniche, degli uomini della Sicurezza pubblica emergenziale della Capitale, coordinati dal vicecomandante dei vigili Lorenzo Botta, hanno permesso di tracciare un filo conduttore, che appare gestire le fila, di centinaia di centri massaggi in tutta Italia.

I vigili a Bologna hanno fatto irruzione nella sede di una società che, oltre a curare il ‘marketing’ dei centri a luci rosse, pubblicizzandoli su siti di incontri e per adulti, si occupava di fare arrivare in Italia le ragazze dalla Repubblica Popolare Cinese e di smistarle nei ‘centri massaggi’ sparsi sul territorio nazionale. Le perquisizioni hanno portato al sequestro di documenti, archivi telematici, carte di credito e poste pay. A L.F. sono stati sequestrati anche 19mila euro in contanti.

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