Centro islamico di Bologna, la protesta dei residenti

Chiedono lo stop ai lavori nel magazzino in San Donato. L’amministratore: “Il locale non è idoneo“

Bologna, un musulmano prega in piazza Maggiore sotto il diluvio (Foto Carlino)

Bologna, un musulmano prega in piazza Maggiore sotto il diluvio (Foto Carlino)

Bologna, 22 agosto 2016 - Sorpresi e preoccupati. È così che si sentono i residenti di via Ristori, zona San Donato. La voce che gira, che poi ha trovato delle conferme, è che il magazzino interrato del condominio al civico 10, adibito a deposito dal vecchio proprietario, possa presto diventare un nuovo centro culturale islamico. Una possibilità che preoccupa i residenti del palazzo, soprattutto perché nessuno li ha informati di questa novità, ritrovandosi così, tutto d’un tratto, a osservare i lavori per adeguare il magazzino alle esigenze dei nuovi proprietari. «Quando il nuovo amministratore del palazzo ha inviato i resoconti mensili delle spese a tutti i condomini, abbiamo notato che c’era un nuovo nome straniero tra i proprietari del magazzino – racconta una residente, che preferisce restare anonima –. Ci siamo informati e abbiamo scoperto che è stato acquistato questo magazzino interrato e che è stata fatta una richiesta per il cambio della destinazione d’uso, senza che nessuno ci avvisasse».

Le problematiche legate alla possibile nascita del nuovo centro culturale islamico sono molteplici. «Ci sarà sicuramente un cambiamento del contesto in cui viviamo e temiamo che questo possa portare a un deprezzamento delle case – continua la residente –. C’è poi il problema legato ai parcheggi: se vengono tutti qui non ci sarà posto per le nostre auto». I residenti di via Ristori, quindi, si sono rivolti al nuovo amministratore del palazzo Vittorio Franchi, per fare luce su quanto sta accadendo nel condominio al civico 10.

«È vero che è stata fatta la richiesta al Comune per il cambio di destinazione d’uso del magazzino interrato, ma pare che questa domanda sia sbagliata perché il locale non sarebbe idoneo a questo tipo di attività – dice Franchi –. Quindi ci aspettiamo che i lavori vengano interrotti e che il centro culturale islamico non si insedi. Sia chiaro, però, che avrei detto lo stesso se si fosse trattato di una Pro Loco o di una chiesa cattolica. Qui si parla solo del rispetto delle regole, se una cosa non si può fare è giusto che non si faccia». Le preoccupazioni sollevate dai residenti, soprattutto quelle legate alla carenza di parcheggi, per l’amministratore di condominio, sono più che giustificate.

«Un’attività del genere significherebbe avere un gran via vai di persone e qui ci sono solo dieci posti macchina – conclude Franchi –. Quindi, se poi arrivano cinquanta persone finisce che non ci sono più parcheggi. Quello dei posteggi già ora è un problema».

Sabato scorso, intanto, la pioggia, la grandine e il vento freddo che si sono abbattuti sulla città non hanno impedito a un uomo di fede musulmana di pregare sul crescentone sotto il diluvio.

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