Bologna, il centro di rimpatrio incassa il sì del capo della polizia

Assist di Gabrielli a Merola: all’ex Cie gli stranieri da rispedire all’estero

Una manifestazione in centro  a Bologna contro il Cie

Una manifestazione in centro a Bologna contro il Cie

Bologna, 31 gennaio 2018 - Modena tentenna e Bologna freme. "Non siamo in competizione, ma si decidano… sono sei mesi che ne parliamo". Difficile credere che il sindaco Virginio Merola si stia riferendo a un Cpr, ovvero un Centro di Permanenza per il Rimpatrio, le nuove strutture immaginate dal ministro Minniti per rispedire ai paesi di origine gli stranieri che delinquono o non hanno titolo a restare in Italia. Eppure, nonostante l’impopolarità del tema, è così. Anche perché Merola, dopo aver ricevuto pesantissime critiche nei giorni scorsi (da "qualunquista" a "sei di destra", piovute in particolare da Cgil e parte del Pd), ieri ha incassato il pesantissimo appoggio di Franco Gabrielli.

Il capo della Polizia, ospite di un convegno sulla sicurezza organizzato dalla Uil al Royal Hotel Carlton di Bologna e intervistato dal condirettore del Carlino Beppe Boni, ha pubblicamente elogiato la posizione del primo cittadino: "Caro sindaco, le faccio un assist. Tutti siamo d’accordo che non possiamo accogliere chiunque, ma per rimandare qualcuno a casa servono delle strutture. Però, quando si va sui territori e si dice che bisogna creare i Cpr, è qui che casca l’asino, in una sorta di schizofrenia". Un’investitura per Bologna e una frecciata – neanche tanto velata – a Modena, dove del Cpr si parla dalla scorsa estate, senza trovare una quadra. Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, solo una settimana fa, ancora nicchiava, e così Bologna si è inserita, mettendo sul piatto l’ex Cie di via Mattei, oggi trasformato in hub per i migranti. "Grazie al lavoro del ministro Minniti, oggi ha molte meno persone e ha un’ottima localizzazione", insiste Merola: "Non c’è nessun cambio di linea politica – assicura il primo cittadino -, Bologna è il capoluogo della Regione, ha l’aeroporto. Non voglio entrare in competizione con Modena, dico solo che sono sei mesi che ne parliamo…".

Per Merola, il Cpr non sarebbe in alternativa all’hub ("Chiuderlo? No, si può convivere") e l’eventuale nuova struttura si aggiungerebbe a un territorio che già ospita anche una vasta rete Sprar, dedicata ai richiedenti asilo e ai rifugiati, oltre a un Centro per minori non accompagnati. Insomma, avanti tutta: "Noi siamo una città che lotta molto per i diritti, ora ci occupiamo dei delinquenti. Che siano immigrati o meno", scandisce il sindaco. Parole in linea con il pensiero di Gabrielli: "E’ giusto accogliere, ma chi accetta di stare lecitamente nel nostro Paese e segue le nostre regole. Sono convinto che il 95% degli italiani la pensi così". Per il capo della Polizia, la realizzazione di Cpr in ogni Regione, come previsto dalle norme Minniti, aiuterebbe anche le forze dell’ordine: "Si parla tanto di carenze di organico, ma per portare uno straniero a Caltanissetta piuttosto che a Brindisi, perché altrove non ci sono i Cpr, vuol dire perdere tre operatori per cinque giorni. Il tema è anche quello di non sottrarre risorse ai territori".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro