Così la Provincia stroncò la Colata di Idice: pericolosa

I tecnici: "Area a rischio esondazione per una falda sotterranea"

Il sindaco di San Lazzaro Isabella Conti

Il sindaco di San Lazzaro Isabella Conti

San Lazzaro di Savena (Bologna), 8 ottobre 2015 - «Si esprimono forti perplessità al riconoscimento come ambito idoneo ad accogliere nuovi insediamenti residenziali o misti». Si conclude così la relazione tecnica istruttoria della Provincia – messa nero su bianco il 5 giugno del 2007 – sulla possibilità di permettere al Comune di San Lazzaro l’espansione edilizia tra la via Emilia e via Palazzetti, dove era in previsione ‘la colata di Idice’.

Un documento finito al vaglio degli inquirenti perché trovato nel Comune di Castenaso e mai protocollato dagli uffici sanlazzaresi che, invece, avevano richiesto un ‘parere tecnico’ sui 580 alloggi, una scuola e un impianto sportivo da realizzare a Idice. Atto da cui sarebbe partito lo stop al progetto dato dal sindaco Isabella Conti, fulcro delle indagini avviate dalla Procura che ora spulcia tra i documenti di quella che un tempo era la Provincia, e sulle persone che ruotarono intorno al maxi insediamento.

Tre i punti fondamentali della relazione che portarono l’ex ente pubblico a fornire un parere negativo. I terreni su cui era stato progettata l’espansione edilizia, infatti, si trovano in una zona di ricarica delle falde acquifere: «L’areale si trova nell’ambito rurale periurbano del Ptcp, Piano territoriale di coordinamento provinciale – si legge – interamente ricadente nell’ambito di tutela di ricarica della falda acquifera sotterranea. La porzione orientale dell’area è compresa nella fascia di tutela fluviale, con l’estremità est ricadente in area a rischio esondazione con tempo di ritorno di 200 anni». Se avessero costruito, il peso del cemento non avrebbe permesso all’acqua di defluire in maniera naturale, mettendo a rischio esondazione l’intera zona.

La relazione punta anche sulle difficoltà che i nuovi residenti avrebbero riscontrato, come la scarsità di servizi e problemi di viabilità: «La presenza di ambiti adiacenti dei servizi risulta comunque scarsa – sottolinea la relazione, parlando anche di una scuola materna e di aree verdi attrezzate – e la distanza dalla stazione della Sfm, il Servizio ferroviario metropolitano, è significativa. La localizzazione dell’ambito risulta pertanto non coerente con le indicazioni del Ptcp per il territorio di pianura, essendo carente di servizi minimi necessari per garantire la sostenibilità dell’insediamento, lontana dalla fermata Sfm, e gravitante dal punto di vista dell’accessibilità viaria sulla via Emilia, arteria già fortemente congestionata».

Una valutazione dettagliata, in cui i tecnici della Provincia suggerirono, anche in considerazione dei vincoli presenti, di «operare una selezione delle porzioni dell’area riducendone in gran parte l’estensione (ediliza, ndr), limitandola a piccole porzioni di territorio».

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