La coop bolognese alla cena degli ex Br

Rimpatriata nel Reggiano al ristorante dove nacque la stella a cinque punte. Tra i commensali Nadia Mantovani, fondatrice della cooperativa ‘Verso Casa’

Nadia Mantovani, ex Br e fondatrice della cooperativa ‘Verso Casa’ (Ansa)

Nadia Mantovani, ex Br e fondatrice della cooperativa ‘Verso Casa’ (Ansa)

Bologna, 5 settembre 2016 - Riuniti al vecchio tavolo, come quasi mezzo secolo fa. Da lì, nel ‘covo’ del ristorante ‘Da Gianni’ di Costaferrata, frazione di Casina nel Reggiano, è partito tutto. E lì, venerdì sera, molti di loro sono ritornati. Nel ristorante dove, nei primi anni Settanta, nacque l’esperienza eversiva che portò alle Brigate Rosse, venerdì sera c’erano anche Nadia Mantovani, che fu compagna di Renato Curcio, e un gruppetto di trentenni, dipendenti della cooperativa bolognese ‘Verso Casa’, da lei fondata, che si occupa del reinserimento lavorativo dei detenuti. Tra i tavoli di ‘Gianni’ sarebbe nato il simbolo della stella a cinque punte. Idee rosse, allora, diventate talmente rosse da confondersi poi con il sangue delle vittime del terrorismo. Idee rosse anche oggi, ma c’è chi ha rinnegato quel passato violento, chi è rimasto fedele alla linea pur avendo deposto le armi e chi le ha annacquate, almeno un po’. «E di rosso – giurano – l’altra sera a cena c’era soltanto il lambrusco. Non si è parlato di politica e di quei tempi, ma solo di ciò che è stato dopo: figli, nipoti, lavoro...».

Venerdì sera, attovagliati al ristorante, c’erano anche Roberto Ognibene, Loris Tonino Paroli e Lauro Azzolini. E poi Raffaele Fiore, Antonio Savino, Giuseppe Battaglia, Piero Bertolazzi e Bianca Amelia Sivieri. Sono stati però i ragazzi bolognesi, come racconta l’avvocato Vainer Burani, che ha partecipato alla cena, a salutare a fine serata con il pugno e cantare ‘L’Internazionale’. Una cena a base di sapori forti e decisi, gli stessi che prediligevano allora. Tortelli, lasagne, cannelloni e cappelletti. Poi cinghiale con polenta e cotechino, più una selezione di torte casalinghe. Il tutto annaffiato, appunto, dal Lambrusco. «Sono i loro piatti preferiti. Mangiano tanto...», racconta Anna Argentina Valcavi, la titolare. Lei, «qui da 52 anni», ha visto nascere le Br: «Era il 1971. Io c’ero. Ma non li ho mai sentiti parlare dei loro progetti. Qua mangiavano e basta. Poi andavano nei campi, a parlare. Non ho mai avuto dubbi su cosa facessero allora. Poi dopo due, tre anni, è arrivata qui la polizia: chiese il libro degli alloggiati. Da qui la moglie di Renato Curcio spedì una cartolina, e allora gli agenti cominciarono a informarsi. Ma per noi quel gruppo era venuto per un congresso studentesco».

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