Bologna, il Cua occupa un’aula a Giurisprudenza

“Sarà uno spazio senza barriere”: E pretendono la riapertura del 36

Il cortile di Giurisprudenza: il Cua ha occupato un'aula

Il cortile di Giurisprudenza: il Cua ha occupato un'aula

Bologna, 6 marzo 2017 – “L’Università chiude gli spazi? Noi li riapriamo: occupata un’aula al 22 di via Zamboni, nella Facoltà di Giurisprudenza”. Proprio nel giorno in cui l’Ateneo annuncia che aprirà una sala studio in via Belmeloro, per sopperire alla prolungata chiusura della biblioteca di via Zamboni 36, gli attivisti del Cua (il Collettivo universitario autonomo) riuniti sotto la sigla ‘Quelli del 36’, danno vita a una nuova occupazione, documentandola con alcune foto postate sulla loro pagina Facebook.

Quella appena occupata al 22 di via Zamboni, scrivono, sarà “una nuova aula studio autogestita, senza barriere di nessun tipo, libera e accessibile a tutti”. Uno “spazio di garanzia”, sintetizzano ‘Quelli del 36’, anche se l’obiettivo principale, sottolineano, è la riapertura del ‘36’, sgomberato il 9 febbraio dalle Forze dell’ordine. “Il 36 deve riaprire, noi da qui non ce ne andiamo”, concludono infatti gli studenti, che avevano indetto proprio per oggi pomeriggio un’assemblea in via Zamboni 38 per decidere come portare avanti la protesta sulla questione del ‘36’.

La cinquantina di attivisti è rimasto all'interno dell'aula al primo piano della facoltà per tutto il pomeriggio, annunciando di volersene andare soltanto alle 22 così poi come hanno fatto. Ci sono stati attimi di tensione quando un ragazzo di Student Office ha chiesto loro di non staccare i volantini dalle pareti: il ragazzo è stato spinto fuori e apostrofato come "fascista". Dopo l'occupazione è ovviamente intervenuta la Digos, che però ha preferito vigilare a distanza. 

Dal canto loro, gli attivisti ribadiscono la decisione di aprire nell'aula una sala studio aperta tutti i giorni dalle 9 alle 22, almeno fino a quando non verrà riaperto lo spazio del 36. Ovviamente senza tornelli. Intanto, il tribunale del Riesame ha confermato i domiciliari per la ragazza di 22 anni, mentre li ha revocato per il faentino di 24 a cui resta però l'obbligo di dimora nella sua città. Entrambi erano stati arrestati durante gli scontri con la polizia in via Zamboni  del 10 febbraio.

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