Bologna, il Cua alla lapide di Francesco Lorusso. "Via le istituzioni"

Sabato alle 9 in via Mascarella ci saranno solo i militanti del collettivo. Il sindaco: "Stiano nel loro ghetto, non andremo"

Un'immagine della commemorazione di Francesco Lorusso dello scorso anno

Un'immagine della commemorazione di Francesco Lorusso dello scorso anno

Bologna, 9 marzo 2017 - Un presidio contro le istituzioni. È quello che hanno intenzione di realizzare gli attivisti del Collettivo universitario autonomo sabato mattina alle 9, davanti alla lapide in memoria di Francesco Lorusso di via Mascarella, «per tenere lontani tutti quei volti delle istituzioni, Questore, sindaco e rettore, che in questi anni hanno tentato di pulirsi la faccia andando la mattina a ricordare un morto che non gli appartiene e che anzi è loro responsabilità», spiega Luca del Cua. Sabato, infatti ricorre il quarantesimo anniversario della morte di Lorusso, studente di Lotta continua ucciso a 24 anni, l’11 marzo del 1977, da un carabiniere che sparò alcuni colpi di pistola durante una manifestazione.

Una decisione, quella del presidio, che si intreccia anche ai fatti accaduti lo scorso 9 febbraio, quando la polizia è entrata nella biblioteca di lettere al civico 36 di via Zamboni per sgomberarla, su richiesta del rettore Francesco Ubertini, dopo che i collettivi universitari l’avevano occupata, per protestare contro l’installazione dei tornelli che ne regolavano l’accesso.

“Sempre sabato - spiegano dal Cua -, alle 16, da piazza Verdi partirà il corteo dei compagni e delle compagne di Francesco che tutt’oggi combattono per quei valori e ideali che difendeva Francesco, per una società più giusta ed equa”. La tre giorni di iniziative organizzata dal Cua in memoria di Lorusso, inoltre, prevedono a partire da oggi alle 19 alcuni incontri e dibattiti in via Zamboni, mentre sabato al termine del corteo ci sarà la presentazione del premio di laurea Francesco Lorusso, per le tesi triennali che affrontano, tra gli altri, il problema del conflitto sociale e della lotta di classe.

Un'appello raccolto dal Comune, tanto che l'amministrazione comunale di Bologna non invierà propri rappresentanti in via Mascarella. «Ci sono collettivi che continuano a pensare che la città è loro e che loro siano gli addetti a stabilire confini invalicabili di quel posto o di quell’altro», afferma il sindaco: «Semplicemente noi non ci saremo, perché al giochino di militarizzare tutto perché siano repressi e quindi di strumentalizzare una nostra presenza per qualche scontro, non ci cadremo. Non ci saremo». 

Aggiunge Merola: «Come amministrazione comunale, invece, noi abbiamo un programma di commemorazioni adeguato e approfondito del ’77 che sarà un’occasione per tutti quelli che davvero vogliono discutere, perché per discutere bisogna esserne capaci, bisogna saper ascoltare le opinioni degli altri e avere degli argomenti». Se invece «l’argomento è ‘con te non parlo, faccio iniziative che implicano l’intervento delle Forze dell’ordine’, se le facciano da soli nel loro piccolo ghetto», manda a dire il primo cittadino. In via Mascarella, dunque, «non saremo presenti - ribadisce Merola -  perché credo che non dobbiamo alimentare, come Comune, la possibilità di scontri voluti».

 

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