Un sorriso e un pranzo in famiglia, ecco le Cucine Popolari

Una giornata alla nuova ‘mensa dei poveri’ messa in piedi da Roberto Morgantini GUARDA IL VIDEO

Roberto Morgantini con i volontari e Daniele Ara, presidente del quartiere Navile, in visita

Roberto Morgantini con i volontari e Daniele Ara, presidente del quartiere Navile, in visita

Bologna, 28 settembre 2015 - Tutti insieme a tavola, come una grande famiglia unita nella solidarietà. E’ quello che succede alla mensa per bisognosi delle Cucine Popolari, aperta da due mesi dall’energico Roberto Morgantini. Ogni giorno (martedì, mercoledì e giovedì, per ora) vengono forniti 60 pasti grazie a una decina di volontari che si alternano fra fornelli e tavoli. “Non abbiamo nessun finanziamento - spiega Morgantini -: andiamo avanti grazie alla beneficenza di fornitori e a iniziative varie come un’asta-lotteria che faremo a breve e a uno spettacolo con Moni Ovadia”. Ma chi sono quelli che vengono a mangiare?

“La solitudine è una brutta bestia - racconta Pasquale, volontario della parrocchia - fa isolare, fa rimanere soli. Tra noi abbiamo anche un’ex maestra, una guardia giurata in pensione, perfino un poeta. Questa è la nuova povertà, gente che ha anche una casa ma ha pochi soldi che non li bastano neppure per mangiare e così vengono qui. Molte persone, però, hanno un senso molto forte della dignità e si vergognano a venire a mangiare, tendono a isolarsi e per questo vanno incoraggiati prima che sia troppo tardi”. Ci sono italiani e stranieri, perfino una mamma con quattro figli e una coppia di anziani che anni fa aveva un lavoro stabile e adesso, con la crisi e le difficoltà che la vita nasconde, è costretta a venire qui per mettere qualcosa sotto i denti. Oltre al cibo, quello che non manca mai in via del Battiferro è soprattutto un sorriso.

Cucine Popolari vive grazie anche all’associazione CiviBo: “Il nostro scopo - spiegano - è quello di connettere sul territorio reti di associazioni, strutture di servizio e cittadini a sostegno delle persone in difficoltà come esperienza di comunità. Il nostro progetto vuole integrare, ottimizzare e orientare l’utilizzo delle risorse evitando dispersioni e sprechi di sorta”.

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