Il ‘Caos club’ resta chiuso a tempo indeterminato

Era già stato chiuso per dieci giorni; ora il gip ha deciso che il locale di via Zanardi non è un circolo privato ma una discoteca abusiva

Una discoteca (foto di archivio)

Una discoteca (foto di archivio)

Bologna, 12 febbraio 2015 - Il questore di Bologna Vincenzo Stingone lo aveva stoppato d’urgenza per 10 giorni, ora un giudice lo ha chiuso a tempo indeterminato su richiesta della Procura. Dovrà restare con le serrande abbassate il Caos club, il locale di via Zanardi 84/3 che sulla carta è un circolo privato ma in realtà, stando a quanto accertato dalla Polizia municipale nella notte del 24 gennaio, è una vera e propria discoteca abusiva.

Secondo il gip Ziroldi, il locale è di fatto “una vera e propria sala da ballo esercitata senza licenza di agibilità” edè’ bene che stia chiuso per i “concreti rischi all’incolumità pubblica, discendenti da un’incontrollata apartura al pubblico di locali privi degli elementari dispositivi di sicurezza”.

Il provvedimento del giudice dispone il sequestro preventivo del locale, come chiesto dal pm Marco Forte sulla base della relazione della Polizia municipale: tra la richiesta della Procura e la chiusura del locale è passata appena una settimana. Si è ritenuto di intervenire con “assoluta rapidità”, spiega il procuratore aggiunto Valter Giovannini, “anche e soprattutto per tutelare la salute dei più giovani”.

Il legale rappresentante del circolo, R.A., è indagato per falso (dichiarando che si trattava di un circolo privato con una capienza massima inferiore alle 100 persone) e per la violazione dell’articolo 80 del Testo unico di leggi di pubblica sicurezza che disciplina l’agibilità dei locali.

Il pm non ha perso tempo, una volta esaminato l’esito del controllo della Polizia municipale: l’ispezione effettuata nella nottata tra il 24 e il 25 gennaio ha attestato al Caos club la presenza di almeno 200 persone, molte delle quali minorenni. C’erano musica (con tanto di dee-jay) e luci psichedeliche, oltre che un punto bar in cui venivano distribuiti alcolici e non alcolici anche a minorenni.

Durante il controllo, gli agenti della Polizia municipale hanno osservato che l’ingresso non era affatto riservato ai soci, come dovrebbe avvenire nel caso di un circolo privato: “Tutti gli avventori potevano accedere al locale per fruire dello spettacolo e della somministrazione di alimenti e bevande - si legge nella richiesta di sequestro del pm Forte - acquistando, senza alcuna formalità, all’atto di ingresso la tessera associativa ed il relativo biglietto di ingresso”.

Una volta all’interno, poi, “la somministrazione di bevande alcoliche veniva estesa anche ad avventori minori di 18 anni tranto che nel corso del sopralluogo uno di questi si accasciava a terra per un malore necessitando l’intervento del personale del 118”.

In conclusione, per la Procura (e per il giudice) il Caos club è una discoteca abusiva, “sia per il numero di avventori, sia per l’organizzazione, sia per le prassi di iscrizione ed accesso nonché per le modalità di pubblicizzazione degli eventi attraverso il social network Facebook, dove peraltro in maniera esplicita di fa riferimento da parte dei promotori ad una ‘serata in discoteca’”. La struttura, si legge ancora nella richiesta del pm, “è priva di qualsiasi attestato o autorizzazione che ne certifiche l’agibilità per l’attività di pubblico spettacolo”, e il gestore non si è curato di “tutelare l’incolumità, la sicurezza e la moralità degli avventori, molti dei quali minorenni”. Solo il sequestro, secondo il pm, è idoneo a prevenire “i rischi di possibili- se non probabili- infortuni agli utenti dell’esercizio pubblico”.

Nella richiesta del pm Forte si cita, oltre agli atti della Polizia municipale, anche il decreto di sospensione dell’attività disposto dal questore Stingone il 29 gennaio. Uno ‘stop’ che aveva vietato la somministrazione di alimenti accompagnato da una diffida a continuare l’attività danzante. Alla luce di questo, e anche del fatto che gli stessi ragazzi ascoltati a campione in discoteca hanno confermato di essere entrati al Caos club comprando la tessera all’ingresso e senza avere un’idea dello statuto del locale o del fatto che si trattasse un circolo privato, il pm Forte à convinto che lasciare i locali accessibili sia rischioso per i giovani. Il gip Ziroldi ha sposato la linea della Procura e disposto il sequestro preventivo, che si va dunque ad aggiungere al decreto di sospensione.

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