Galliera, droni in volo per scovare amianto e inquinanti

I velivoli verranno utilizzati per mappare la presenza di eternit in otto comuni. Gli apparecchi sono equipaggiati con sofisticate fotocamere

La polizia municipale Reno Galliera sull’argine del Reno per controllare le sponde del fiume

La polizia municipale Reno Galliera sull’argine del Reno per controllare le sponde del fiume

Galliera (Bologna), 11 febbraio 2017 - La lotta all’amianto si fa in volo: l’Unione Reno Galliera vuole utilizzare i droni per individuare e mappare l’eternit dei tetti in una zona che comprende otto Comuni. La presentazione del progetto ieri a Galliera si è svolta durante l’incontro ‘Unione contro l’amianto’ con sindaci, assessori e esperti del settore. L’idea di utilizzare i droni è del primo cittadino di Castello d’Argile (delegato all’Ambiente per gli otto Comuni), Michele Giovannini. «La lotta all’amianto si fa soprattutto conoscendo il territorio e sapendo dove si trova quel materiale cancerogeno – spiega il sindaco –. Per individuare i tetti con l’eternit l’Unione ha deciso di servirsi di droni, quegli oggetti volanti dotati di sofisticate apparecchiature in grado di scattare ortofoto (fotografie aeree aventi il valore di una mappa) e di immagazzinare dati da trasmettere, poi, ad un software per la loro rielaborazione. Come fanno ad accorgersi che un coperto è composto di materiale cancerogeno? Semplice grazie ad apparecchiature che rilevano la diversa luce irradiata dall’amianto».

L’obiettivo è conoscere la posizione e in che condizioni si trovano i tetti in eternit, valutare caso per caso e, se serve per tutelare la salute dei cittadini, chiedere ai proprietari di rimuoverli. L’Unione ha già utilizzato i droni per verificare lo stato degli argini dei fiumi allo scopo di evitare esondazioni. In altri territori fuori dalla provincia di Bologna, il costo dell’operazione è stato contenuto: nella zona di Parma alcuni Comuni hanno già promosso questa esperienza con una spesa contenuta di circa 20mila euro. «Prima vogliamo realizzare una mappatura con le superfici di amianto – aggiunge Giovannini – poi si tratterà di redigere un piano del rischio e programmare nel breve, medio e lungo periodo la bonifica di tutto il territorio dell’Unione. chi effettuerà i controlli? abbiamo pensato agli addetti degli uffici tecnici riuniti dopo aver partecipato a corsi specifici per l’utilizzo di droni omologati per le pubbliche amministrazioni». La conoscenza puntuale del territorio d’azione rappresenta uno step fondamentale per la buona riuscita delle fasi successive, ossia la creazione di una banca dati condivisa per permettere il dialogo tra i database già esistenti, ma indipendenti tra loro e la successiva programmazione degli interventi di bonifica secondo la normativa vigente.

E’ un censimento certosino, che verrà completato con le verifiche sul posto. In ogni caso i droni non sbagliano: l’attività di censimento avrà un piccolo margine di errore. «Costruiremo una base importante su cui poter lavorare e gli uffici potranno fare un buon lavoro integrando i dati catastali alla mappatura, permettendoci di avere a disposizione un supporto interattivo in cui potremo tenere traccia di tutti gli aggiornamenti, dallo stato delle coperture a quelle che vengono eliminate». Il passo successivo sarà individuare le possibili fonti di finanziamento per gli interventi di eliminazione dell’amianto.

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