Monteveglio, il primo volo del piccolo Egidio. Torna libero il gheppio salvato

Era stato trovato due mesi fa ancora pulcino a Stiore di Monteveglio

Vanni Cugola, di Oliveto, libera il gheppio trovato e accudito dai volontari

Vanni Cugola, di Oliveto, libera il gheppio trovato e accudito dai volontari

Monteveglio (Bologna), 23 agosto 2017 - Il primo volo libero è stato un ampio volteggio sul nido dal quale era caduto due mesi fa. Il gheppio Egidio è tornato a casa, esattamente nella macchia di bosco che sta alla base della collina di Oliveto. Alla fine di giugno il piccolo rapace appartenente alla famiglia dei falchi era stato ritrovato da Gabriele Baldazzi nel giardino della sua casa nella parte alta di Stiore, borgo di Monteveglio, territorio di Valsamoggia. Riserva naturale di grande bellezza, a vista del parco regionale dell’Abbazia, dove la presenza di rapaci non è infrequente.

Il piccolo di gheppio era verosimilmente caduto dal nido che questi falchetti occupano usurpando quelli di altri uccelli come le cornacchie, o che ricavano nelle crepe dei muri delle case, nei cornicioni, in luoghi scoscesi o nelle cavità degli alberi. Di solito è la femmina che cova 3-4 uova alla volta, mentre il maschio provvede al cibo. Fatto sta che intorno al 28 giugno il pulcino di gheppio, ancora incapace di volare, con gemiti percettibili solo nel silenzio della sera viene scoperto da Baldazzi, animalista ben noto nella vallata, fondatore dell’associazione Amici di Zampa e in prima linea nella lotta alla leishmaniosi.

«Sapevo che sulla cima di qualche albero sotto la roccia di Oliveto c’era un nido di uccelli…spesso c’era movimento e rumore e quando ho visto Egidio ho capito che si trattava di un rapace incapace di volare, e che se lo lasciavo lì finiva vittima di gatti selvatici o faine..».

Il tempo di infilare un paio di guanti da lavoro e il piccolo gheppio, debilitato dalla mancanza di cibo ma illeso, era al sicuro in una piccola gabbia dove ha fatto onore a piccoli bocconcini di pollo e a una ciotola di acqua. Il mattino seguente con la collaborazione di Giovanna Venturoli, una volontaria della Lipu, il piccolo rapace, subito battezzato Egidio per via della vicinanza del luogo del ritrovamento all’oratorio dedicato al santo eremita amico degli animali, è stato consegnato alle sede bolognese del centro di recupero della fauna selvatica della Lipu-Otus di Bologna. Qui è stato curato, nutrito, cresciuto e quindi allenato al volo con un lavoro quotidiano dei volontari coordinati dalla responsabile Nadia Caselli.

Quando, due giorni fa, è stato giudicato forte e abile a sufficienza per spiccare il volo in autonomia, è stato accompagnato nel bel viale di tigli davanti all’oratorio di sant’Egidio. In un veloce batter d’ali ha ripreso quota e libertà.

 

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