Bologna, Villa Erbosa: muore dopo l’operazione, aperta inchiesta

Fabrizio Scaffeo, 43 anni, si era sottoposto a un intervento per un’ernia

Medici

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Bologna, 30 aprile 2017 - Un fascicolo per omicidio colposo, ancora a carico di ignoti, è stato aperto dalla Procura per far luce sulla morte di un quarantatreenne di Argelato, avvenuta nella clinica Villa Erbosa, di via dell’Arcoveggio, la notte tra venerdì e sabato. Fabrizio Scaffeo, originario di Salerno, ma da anni residente nella Bassa, era entrato in clinica martedì scorso, per sottoporsi poi, il giorno seguente, a un intervento programmato per risolvere il problema di un’ernia del disco al collo: un’operazione delicata, tra quelle considerate ad alto rischio.

Sembrava che l’intervento fosse andato bene, tanto che il paziente si era anche già potuto alzare dal letto. Un decorso post operatorio apparentemente nella norma, almeno fino all’altra notte. Quella tra venerdì e sabato, quando sono emerse delle complicazioni che hanno fatto precipitare nel giro di poco tempo la situazione, fino all’esito più tragico.

Una morte improvvisa, che ha fatto sprofondare nel dolore più cupo la famiglia del quarantatreenne. Che ora vuole sapere quali siano le cause che hanno portato alla morte il loro caro. Per questo la moglie di Scaffeo, ieri, ha presentato un esposto-denuncia ai carabinieri della stazione Navile, quartiere dove si trova la clinica. Un atto al momento senza nomi, dove vengono indicati genericamente tutti i medici che hanno preso in cura il paziente e dove viene chiesto ai militari dell’Arma di verificare le circostanze che hanno portato, a due giorni dall’operazione, al decesso.

Una risposta che potrà dare soltanto l’esame autoptico, disposto dal pm Simone Purgato, che coordina l’indagine per omicidio colposo a carico di ignoti, ma che presto potrebbe vedere indagati i medici e gli infermieri che hanno operato e poi assistito dopo l’intervento la vittima, un atto dovuto per poter svolgere tutti gli accertamenti necessari e acquisire le testimonianze dei sanitari.

I carabinieri, intanto, hanno sequestrato la cartella clinica del paziente, con tutta la documentazione relativa al suo stato di salute pre e post intervento. Il tutto teso a capire se alla base della morte ci siano state una colpa o una negligenza medica oppure se il fisico del quarantatreenne non abbia retto all’intervento.

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