CronacaBologna, nuovo Eurospar in via Larga, la protesta dei residenti

Bologna, nuovo Eurospar in via Larga, la protesta dei residenti

"Noi massacrati dal traffico, troppi centri commerciali e la sera i parcheggi sono pericolosi"

Da sinistra: Ettore Gubellini, Angelo e Lina Manaresi, Davide Draghetti

Da sinistra: Ettore Gubellini, Angelo e Lina Manaresi, Davide Draghetti

Bologna, 13 marzo 2017 - Una cosa è certa: in via Larga non mancano i posti per fare la spesa. In meno di tre chilometri – dalla rotonda in fondo a via Massarenti fino a via dell’Industria – sono uno dopo l’altro. Si parte dall’Esselunga di viale Lenin e si arriva all’incrocio con via dell’Industria, dove nascerà un Eurospar. Ne sanno qualcosa i residenti, visto che nel terreno dove nascerà il cantiere è stato trovato un ordigno bellico che sarà fatto brillare il 19 marzo con relativa evacuazione. Il progetto era nelle destinazioni d’uso del Poc e prevedeva anche opere di urbanizzazione, ma alcuni cittadini temono l’incremento del traffico in una zona già ‘calda’. Sicuramente un’area da anni in trasformazione, ormai abituata ai cantieri.

Si sfoga Marino Marchi: «Per la prima volta non ho votato Pd – esordisce –. Perché non ci ascolta da troppo tempo». Marchi è «residente da 23 anni nel famigerato triangolo compreso fra via dell’Industria, via Larga e Massarenti. Quando ci siamo trasferiti non c’era nemmeno il Centro commerciale ViaLarga. Le promesse per una zona tranquilla c’erano tutte, nonostante fossi cosciente che la mia abitazione affacciava su una strada già allora attraversata da traffico veloce».

Ma la situazione «è degenerata» per quelle che secondo Marchi, che per anni ha fatto parte della Commissione ‘Ambiente e territorio’, sono «scelte urbanistiche sbagliate», nel «disinteresse degli amministratori». Negli anni «sono nati un’infinità di centri commerciali, luoghi di vendita e di servizi, che hanno intasato la zona di traffico. Mi riferisco anche al Lidl e ai negozi attorno, all’Esselunga, al Meraville, al Caab, al Billionaire, alla Torre Unipol. Una concentrazione di superficie di vendita per abitante sproporzionata». Poi c’è il tema della sicurezza, visto che «una volta spente le luci i parcheggi restano deserti, pronti a ospitare traffici loschi, nomadi, spazzatura scaricata clandestinamente. Le auto vandalizzate e le biciclette rubate non si contano, si moltiplicano i furti nelle cantine e nei garage». «L’aumento delle attività commerciali ha comportato un aumento del traffico. Il rumore dei tir è assordante e costante. Nonostante le nostre richieste di deviare il traffico pesante sulla direttrice parallela, in zona industriale, nulla è stato fatto. Le istituzioni sono latitanti. La zona è stata devastata e sfruttata».

Meno netta la posizione di altri residenti che si affacciano sul parco. Angelo e Lina Manaresi, vivono qui da 18 anni. «Abbiamo una nostra casa autonoma, siamo felici». Ettore Gubellini, residente da 20 anni, aggiunge: «La Torre Unipol l’avremmo preferita più bassa, ma quando siamo stati consultati, il progetto era fatto. L’altro problema è il treno: da anni aspettiamo che venga interrato questo tratto». Poi c’è il tema dei nomadi nel parco: «Soprattutto in estate dormono nel passaggio verso il supermercato. Sicuramente 20 anni fa la zona era più tranquilla. Non mancano i furti, negli anni scorsi ci hanno portato via tutte le grondaie».

Si sente «in un mondo a parte», invece, Davide Draghetti, residente da un paio d’anni, sempre «convinto della scelta di trasferirsi qui». «Il supermercato rientra in un intervento urbanistico approvato nel precedente mandato – commenta il presidente del Quartiere San Donato-San Vitale Simone Borsari –. E’ vero che ci sono già molti insediamenti commerciali, ma abbiamo incontrato i realizzatori che si renderanno disponibili ad attivare dei percorsi con il territorio, anche per il finanziamento di alcune iniziative e di progetti. Sono disponibili a dare un ritorno alla zona: abbiamo trovato una responsabilità sociale». E poi queste «sono zone che hanno un sistema viario in grado di reggere l’urto».

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