Le dichiarazioni false al Fisco partivano da Bologna, segnalati mille immigrati

Indagato il responsabile di un centro di consulenza e assistenza fiscale

Operazione Easy Credit della Guardia di Finanza

Operazione Easy Credit della Guardia di Finanza

Bologna, 20 settembre 2016 – Pratiche agevolate per ottenere indebiti crediti Irpef in cambio di soldi: mille immigrati sono stati segnalati, sessantasei denunciati e nei guai è finito pure il deus ex machina dell’organizzazione, il responsabile di un centro di assistenza fiscale nel Bolognese.

L’operazione ‘Easy Credit’ (VIDEO), coordinata dalla Procura di Bologna, è stata condotta dalle fiamme gialle di Treviso e riguarda stranieri sparsi in tutto il Paese: solo 66 sono finiti nei guai dal punto di vista penale perché il reato contestato scatta solo se la somma contestata supera i 4mila euro.

Il Caf bolognese operava ‘taroccando’ il modello 730 con crediti d’imposta inesistenti o segnalando la presenza di altri familiari a carico residenti all’estero e senza codice fiscale. Ora nei confronti del responsabile del Caf è stato disposto il sequestro preventivo d’urgenza dell’immobile sede del centro direzionale usato dall’indagato.

E' proprio il caso di dire che un caso ha tirato l'altro: per risalire al Caf bolognese che aiutava cittadini stranieri a presentare falsi 730 e ottenere indebiti rimborsi, e' 'bastato' trovare uno di questi 'furbetti'. Nella fattispecie, un trevigiano che ha messo sulla pista le Fiamme gialle, la cui attività è stata coordinata dal pm di Bologna Domenico Ambrosino.

Una dopo l'altra sono saltate fuori altre dichiarazioni dei redditi 'certificate' dal Caf autonomo bolognese (non sarebbe infatti legato ad alcuna organizzazione strutturata), che si trova a Monzuno ed è gestito da un 49enne di origine campana, ma residente da tempo nel paese dell'Appennino bolognese. Da lui arrivavano, come si spiega dal Comando della Gdf di Treviso, da "tutt'Italia, anche dalla Sicilia: ormai si era diffuso un passaparola continuo" su questo Caf che faceva ottenere rimborsi 'miracolosi'. Bastava accordarsi sul prezzo: per superare i controlli del Fisco servivano, in media, 4-500 euro da dare al titolare del Caf; in alcuni casi anche 1.000: era tutto in proporzione all'importo che sarebbe stato truffato all'erario.

Cosa faceva il Caf, ora chiuso? Metteva a posto tutti i dati che dovevano essere aggiustati: ad esempio, c'era chi aveva bisogno di dichiarare di essere a credito verso lo Stato per anni in cui non aveva presentato alcun 730. Nessun problema, il Caf sistemava e certificava tutto.

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