Ferragosto e salute, l'intervista: "Servono più donatori di sangue"

Parla Claudio Velati, direttore del Servizio di Immunoematologia e medicina trasfusionale dell’Area metropolitana

Claudio Velati (foto Schicchi)

CLAUDIO VELATI DIR MEDICO DI MEDICINA TRASFUSIONALE

Bologna, 10 agosto 2016 - Dottor Claudio Velati, Ferragosto è ormai alle porte: siamo nei giorni del grande esodo per le vacanze. Le scorte di sangue sono sufficienti?

"Stiamo mantenendo l’autosufficienza a livello regionale – risponde il direttore del Servizio di Immunoematologia e medicina trasfusionale dell’Area metropolitana – ma per alcune settimane abbiamo dovuto sospendere la fornitura di sangue alla Toscana e alla Sicilia, regioni consorelle. È una situazione che non ci piace e che speriamo di superare già dai prossimi giorni".

Da dove nasce la crisi?

"Da diversi fattori: la diminuzione delle donazioni, iniziata nel 2012, quest’anno è rallentata, infatti in Regione abbiamo registrato un leggero calo dell’1%. Nello stesso tempo si è ridotta la quantità di sangue trasfuso per il progresso tecnologico – dieci anni fa per un trapianto occorrevano fino a 50 sacche di sangue, oggi si arriva al massimo a 25 – e per la migliore appropriatezza delle terapie. Il problema c’è stato a giugno, quando abbiamo avuto un aumento dei consumi a Bologna – pensiamo solo alle richieste di Sant’Orsola, Maggiore e Rizzoli, e Ferrara – mentre si è moderatamente il tradizionale sostegno dell’Area Vasta Emilia Nord e della Romagna. Tuttavia, ci siamo già ripresi e questo dimostra che la rete trasfusionale è solida. Però, per evitare cadute, è importante programmare le donazioni".

Continua la ricerca di nuovi donatori?

"Certamente. Rivolgo un appello per sensibilizzare la popolazione a compiere un gesto così importante: aldilà di tutte le tecnologie del mondo, il sangue serve sempre, ed è un prodotto labile, che si conserva per 42 giorni, e quindi non bisogna sprecarne neppure una goccia. La crisi economica continua a influire, a volte ci sono volontari che fanno fatica ad avere il giorno di riposo dopo la donazione. Eppure, a Bologna nel 2015 abbiamo avuto 4.255 aspiranti donatori, 22.351 in tutta l’Emilia Romagna. Anche se non tutti superano i test di sicurezza".

Qual è l’identikit dei volontari?

"Nel 2015 sono arrivate per la prima volta ai centri di raccolta di Bologna 727 ragazze tra i 18 e i 25 anni e 612 ragazzi. Un sorpasso a cui che avevamo già assistito nel 2014 – rispettivamente 575 e 494 – e questo dimostra la grande generosità delle donne, che poi nel corso della vita, per le gravidanze e altri motivi, a volte rallentano le donazioni. I donatori effettivi del 2015 sono stati 26.939 e la fascia d’età più rappresentativa è quella degli uomini da 36 a 55 anni, con oltre 12mila donatori attivi".

L’invio degli sms di ringraziamento ai volontari era previsto per fine luglio: è iniziato?

"Partiranno in questi giorni le comunicazioni a tutti i servizi trasfusionali per l’attivazione del progetto e la raccolta del consenso per poter inviare i messaggi sui cellulari".

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