Choc alla Fondazione Carisbo, bocciato il rettore Ubertini

Il numero uno dell'Alma Mater non è stato eletto nell'Assemblea dei soci. Tutti i nomi di chi entra

Il rettore dell’Alma Mater, Francesco Ubertini

Il rettore dell’Alma Mater, Francesco Ubertini

Bologna, 19 aprile 2016 - Niente ballottaggio, stavolta. La bocciatura è arrivata netta. Con 28 voti dei 42 necessari per essere eletti, il rettore Francesco Ubertini è fuori dall’Assemblea dei soci della Fondazione Carisbo. Per la prima volta il numero uno dell’Alma Mater – quando candidato – non riesce a entrare nell’assise che conta, il parlamentino dei cento di Palazzo Saraceni.

Ricapitoliamo. In ballo c’erano otto posti e i candidati erano dieci. Il rettore, per cui erano state raccolte 45 firme. Poi una serie di medici: Roberto Di Bartolomeo, primario di Cardiochirurgia al Sant’Orsola e ordinario universitario; Claudio Borghi, primario di Medicina interna al policlinico e docente all’Alma Mater; Stefano Cervellati, ortopedico della clinica Hesperia.

Da Matematica arrivava anche Fiorella Sgallari. E ancora, in lizza c’erano l’ex sottosegretario Gianluigi Magri; Gianpietro Monfardini, presidente della Fondazione Bersani; Maila Quaglia dal mondo del volontariato; il notaio Federico Stame e l’avvocato Stefano Zanoli.

A poter votare erano 91 (in mattinata è deceduto Virginiangelo Marabini), ma a esercitare il proprio diritto sono stati 81 soci. Un boom di affluenza, compresa anche la partecipazione di Romano Prodi. Otto le preferenze per ciascun socio, 42 i voti necessari per entrare (la metà più uno). E il verdetto è stato netto: 66 per Di Bartolomeo, 60 Borghi, 53 Quaglia, 52 Stame, 50 Zanoli, Magri e Monfardini, 46 Cervellati, 28 Ubertini, 27 Sgallari.

Chi tra quei 45 sostenitori iniziali di Ubertini si è tirato indietro nel segreto dell’urna è quasi impossibile da ricostruire. Di certo sono troppi, calcolando che proprio nell’Assemblea molti provengono dall’Università. "Posso solo esprimere rammarico che alcune figure istituzionali (leggasi Ubertini, ndr) non siano entrate", si limita a commentare il presidente della Fondazione, Leone Sibani contro il quale molti puntano il dito per non aver lavorato a sufficienza a sostegno della candidatura del rettore. Perché, se una cosa è certa, è che la crepa è partita dalla Fondazione. Qualcuno ha ‘armato’ la fronda degli universitari scontenti: di certo non Sibani, che non ne beneficia, o Roversi-Monaco che era con Ubertini.

"E’ una vicenda che si commenta da sola", è l’opinione di Ivano Dionigi, ex rettore e socio. "Ha ragione il rettore: la Fondazione Carisbo ha perso un’ennesima occasione per aprirsi alla città – picchia duro il sindaco Virginio Merola –. Anche questo incidente conferma che come istituzioni liberamente elette (e non cooptate) Università, Comune, Regione, Città metropolitana, dobbiamo muoverci insieme nel consiglio d’indirizzo perché prevalgano trasparenza, sobrietà e confronto aperto".

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