Frana a Sasso Marconi, famiglia prigioniera dello smottamento: "Così ci siamo salvati"

Rasiglio, rimasti senza acqua e luce. Il papà: "Era pericoloso restare lì con le nostre bimbe, la seconda ha due mesi".

Prigionieri della frana   "Così ci siamo salvati"

Prigionieri della frana "Così ci siamo salvati"

Sasso Marconi (Bologna), 22 maggio 2023 – Prigionieri delle frane: i cumuli di fango e detriti prima hanno bloccato in casa una famiglia con due bambine piccole e poi hanno reso rischiosa l’evacuazione. È accaduto a Rasiglio di Sasso Marconi. "Fino a che abbiamo potuto siamo rimasti nella nostra casa, anche se tra mille disagi, ma quando dopo la luce è mancata anche l’acqua siamo dovuti andare via alla svelta perché con due bambine piccole, Ginevra di due anni e Carlotta di due mesi, non potevamo resistere di più. Ci hanno salvato gli uomini del Soccorso alpino".

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Gioele Bernardi, 26 anni, con la moglie Alessandra, 29, sfollati nei locali della Pubblica assistenza di Sasso Marconi, hanno vissuto un incubo. "Abitiamo in via Belvedere e la frana si è abbattuta sulla nostra strada d’accesso, l’unica percorribile per arrivare a casa – spiega Gioele –. Così siamo rimasti bloccati. Non solo: i danni hanno coinvolto anche le linee elettriche ed è mancata la luce. Allora mercoledì scorso ho deciso di andare a caricare i power bank in auto per avere almeno funzionanti i cellulari. Ma non è stato facile, anzi è diventata un’impresa. Con un mio vicino siamo riusciti a superare la frana, ad arrivare alle macchine, e poi tornare indietro".

Tuttavia, la situazione per la famiglia non era tranquilla, scarseggiavano anche i rifornimenti. Il giovane padre, manutentore del verde pubblico e autista in una società che lavora per il Comune di Bologna, si è rimesso in cammino nel fango.

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"Il giorno dopo – prosegue –, sempre in compagnia del mio vicino siamo scesi ancora più giù, percorrendo alcuni chilometri e superando diverse frane, per arrivare alla frazione di Molino Cesare, dove con un passaggio in auto siamo arrivati a Calderino e abbiamo fatto un po’ di spesa.

Al ritorno, però, un’altra brutta sorpresa: mancava anche l’acqua". A quel punto Gioele ha capito che era giunto il momento di scappare: "Ho chiamato il Comune e mi hanno detto che ci sarebbero venuti a prendere. Ma anche gli uomini del Soccorso alpino, che ringrazio, non sono riusciti a passare con i mezzi e così ci hanno scortato a piedi, aiutandoci a portare le bambine, i passeggini e le borse. Adesso siamo ospiti della Pubblica assistenza a Sasso Marconi: qui sono tutti gentili, preparano la colazione, il pranzo e la cena. Ma io devo guardarmi intorno, se non sarà possibile rientrare nella nostra casa, ne dovrò cercare un’altra".

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