Festa per il Gay Pride al centro estivo di Casalecchio, rabbia dei genitori

Bimbi truccati e cartelloni arcobaleno. Le mamme: “Inopportuno, non sapevamo nulla’’

Uno dei cartelloni esposti al centro estivo

Uno dei cartelloni esposti al centro estivo

Casalecchio di Reno (Bologna), 13 luglio 2018 - Il Gay Pride si festeggia anche al centro estivo dell’asilo, aperto per i bambini fino a 5 anni. Laboratori di pittura e scrittura, letture orientate al mondo omosessuale e persino i volti colorati con l’arcobaleno della parata. Accade nella scuola dell’infanzia del quartiere Meridiana di Casalecchio, cittadina satellite di Bologna. Sabato scorso sotto le Due Torri è sfilata la manifestazione per l’orgoglio e della difesa dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer (ovvero i sessualmente eccentrici). Evento che ha colorato la città e che le educatrici del centro estivo – gestito da una cooperativa (la Coop Dolce) – hanno voluto fare celebrare il giorno prima anche ai bambini.

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Il gay pride (Schicchi)
Il gay pride (Schicchi)

I genitori hanno scoperto la scelta educativa quando sono andati a ripredersi i bimbi. Ad accoglierli, oltrea i figli, i cartelloni finali dell’attività, con tanto di foto dei piccoli in versione parata arcobaleno: «Oggi ci siamo dipinti la faccia per festeggiare insieme il Gay Pride!!!». E per evitare equivoci, il cartellone chiosa con un «Viva l’amore!» che fa tanto politicamente corretto.

Apriti cielo. Altro che sorpresa. «Mia figlia ha due anni e francamente credo e spero che non abbia riportato alcun trauma», sbotta una mamma. «Quando sono arrivata aveva la maglietta tutta colorata, disegni in fronte e sulle guance.... Dico solo che per fortuna non è nell’età di capire...».

Per capire bastava guardare i cartelloni affissi sulle pareti dell’asilo, col resoconto delle azioni e il corredo di foto della festa. «Ci sono anche genitori che non sono affatto contrari e che quindi non si sono scandalizzati», commenta un’altra mamma. Ma aggiunge: «Buona parte di noi però pensa che trattare temi così sensibili senza chiedere un parere ai genitori sia inopportuno». Una scelta per molti incomprensibile. «Sono contenta della qualità del lavoro delle educatrici della Dolce – prosegue la stessa mamma –, ma questa mi pare proprio una scelta sbagliata. E se la scuola aveva questa idea doveva comunicarcela, condividerla nel patto educativo e poi ciascuna famiglia faceva la sua scelta di conseguenza».

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Una festa con tanti arcobaleni, ha abbozzato qualcuno. Ma le spiegazioni non bastano. «In cortile abbiamo letto ‘Buongiorno postino’ e ‘Piccolo uovo’ perché esistono tanti tipi di famiglie», si legge fra un tripudio di arcobaleni e cuoricini su uno dei cartelloni. Insomma, un percorso educativo, non una semplice festa. Il presidente della coop, Pietro Segata, promette un approfondimento: «Dividere l’opinione pubblica non è la nostra intenzione. Ai nostri operatori dico sempre che sui temi etici dobbiamo tenere una distante attenzione. A maggior ragione quando si hanno di fronte famiglie e bambini. E questo aspetto forse è stato sottovalutato. Anche se non credo che in questa festa si sia fatta pedagogia, c’era magari l’idea di collegarsi a un evento di cronaca, col senso di attesa della parata che si era creato a Bologna».

Il sindaco di Casalecchio, Massimo Bosso, incalzato in consiglio da Andrea Tonelli (lista civica) prende le distanze: «In tutte le scuole abbiamo un approccio inclusivo. Abbiamo bimbi figli di coppie omogenitoriali e la formazione culturale deve essere a tutto campo. In questo caso la Dolce gestisce un servizio di cui non abbiamo responsabilità educativa. Certo che una festa tipo gay pride per bambini di quell’età è difficilmente comprensibile», ammette.

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