Bologna, quell'ufficio alla Mercanzia che mette al bando i giochi pericolosi

È in città uno dei più importanti sportelli per il controllo prodotti

Gli ispettori Luca Mossini e Silvana Battistini con alcuni campioni di giocattoli ancora da controllare

Gli ispettori Luca Mossini e Silvana Battistini con alcuni campioni di giocattoli ancora da controllare

Bologna, 21 agosto 2017 - C'è una stanza come tante, nel lungo corridoio degli uffici della Camera di Commercio, che oltre a un computer e una scrivania ha un armadio pieno zeppo di giocattoli. Peluches, trombette, girandole, trenini e chi più ne ha, più ne metta. Al centro, due persone intente a osservarne ogni dettaglio. Sembrerebbe una candid camera e invece è una cosa molto seria, poiché ne va la vita dei nostri bambini. È lo Sportello sicurezza prodotto, ultimo nodo di una lunga catena di vigilanza che parte da Bruxelles per arrivare al Mise e da lì, tramite bandi periodici su varie tipologie di merce, arriva fino alla scrivania di Luca Mossini, responsabile attività ispettive su prodotti non alimentari, e della sua collega Silvana Battistini.

Dalle loro mani e quelle degli altri loro colleghi in tutta Italia, dal 2010 – anno in cui il ministero ha deciso di assegnare i controlli in convenzione a Unioncamere – fino allo scorso anno, sono passati 26.965 oggetti. Prodotti elettrici (lampadine, elettrodomestici, cavi, prese) per un 36% del totale; dispositivi di sicurezza individuale (11%); altri prodotti per un 7% e poi, soprattutto, giocattoli (46%). Un mare di balocchi «che andiamo a comprare direttamente nei negozi – chiarisce Battistini –, estraendo a sorte i produttori o in alcuni casi rispondendo alle segnalazioni dei consumatori». Sono 12.392 – spiega Mossini –, i giocattoli controllati in Italia negli ultimi sei anni. In larga parte si tratta bambole e peluches (25%), seguiti da costruzioni, giochi da tavolo, kit e set di prodotti e armi (23%), giochi per la prima infanzia (10%) e giocattoli vari (39%). Ben 743 di questi giocattoli (il 6%) si sono rivelati non conformi, e perciò la Camera di Commercio che ne ha riscontrato il difetto ha attivato un percorso che può portare fino al ritiro della merce in tutta la Ue, come nei due esempi riportati in questa pagina. I problemi maggiormente riscontrati nei giocattoli, spiegano, «riguardano la presenza di parti taglienti o troppo piccole, che possono essere inghiottite, le irregolarità nella documentazione (con l’impossibilità, ad esempio a reperire il reale produttore o l’assenza di una lista completa dei materiali utilizzati) o infine, ma non certo meno grave, l’infiammabilità o la presenza di sostanze chimiche in misura superiore al consentito per legge».

Come accorgersene? «Il primo step è anche il più intuitivo», descrive Mossini. Consiste «in un controllo visivo, per reperire le informazioni di legge in modo chiaro e leggibile, ed evidenziare la presenza di eventuali parti taglienti o staccabili». Il secondo controllo è documentale: «Chiediamo all’azienda la dichiarazione di conformità e il fascicolo tecnico e verifichiamo che tutto torni e sia esplicitato in modo corretto e dettagliato». L’ultimo controllo è quello di laboratorio, «che serve a verificare che la composizione dichiarata sia effettivamente quella che si riscontra dall’analisi del campione». Un gioco da ragazzi. Ma ciò che i due ispettori non dicono è che quando qualche ufficio in Italia ha un dubbio su un giocattolo, ha davanti due strade: impazzire incrociando procedure, normative e nuovi controlli. Oppure chiedere aiuto a Bologna. Mossini quasi nega: «Sarà capitato solo qualche volta...», ma sono loro i maghi dei giocattoli. Ed è anche grazie a loro, in genere, che dormiamo sonni più tranquilli.

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