Guardia Medica dimezzata, scontro Regione-sindacati

Rivolta contro la riorganizzazione: "Non ci hanno detto nulla"

Sergio Venturi, assessore regionale alla Sanità

Sergio Venturi, assessore regionale alla Sanità

Bologna, 26 agosto 2016 - È scontro tra la Regione e i sindacati sull’ipotesi di riorganizzazione della Continuità assistenziale, ovvero il servizio notturno di Guardia Medica, a cui sta lavorando viale Aldo Moro in queste settimane. “Nessuno ci ha chiesto nulla e non ci sono stati tavoli sull’argomento – sbottano unitariamente tutte le sigle: Fimmg, Cisl, Cimo, Fials, Anaao-Assomed, Snami e Sumai –. Non ci sono preclusioni al confronto, ma basta con le soluzioni precotte e confenzionate che non tengono conto delle criticità che già esistono”.

Il nodo del contendere è la bozza di riforma che l’assessorato alla Salute vorrebbe sperimentare entro la fine dell’anno per andare a regime nel 2017. Si tratta sostanzialmente di una riduzione del personale della Guardia Medica di circa il 50% delle unità che, invece, andranno a rafforzare gli ambulatori fino a mezzanotte.

“Una riorganizzazione figlia dei nostri studi sull’accesso al servizio di Continuità assistenziale – spiega Antonio Brambilla, dell’assessorato regionale alla Sanità –: ci sono presidi in cui si fa un intervento domiciliare ogni 4-5 giorni, a volte anche 10, mentre nelle realtà urbane siamo sul paio di interventi a notte”. Ecco perché, sottolinea Brambilla, “stiamo lavorando a una riorganizzazione diversa, potenziando i servizi di ambulatorio in quelle fasce orarie che sono più affollate”. Come quella serale tra le 20 e le 24, mentre dopo mezzanotte gli interventi a bassa soglia calano sensibilmente. Tuttavia, assicura Brambilla, la Guardia Medica non scomparirà: “Continuerà ad esistere e non bisognerà rivolgersi al 118. Anzi, vogliamo collegare il numero 116117 a quello delle emergenze per creare un triage serio”.

I sindacati, però, non ci stanno. “Tagliare la continuità assistenziale dalle 24 alle 8 richiede un accurato confronto e una pianificazione condivisa che consenta di limitare l’impatto sui cittadini e sulle strutture dell’emergenza”, sottolineano tutte le sigle, ricordando che proprio l’urgenza “oggi è in forte difficoltà, con il personale distrutto da turni massacranti e carichi di lavoro insostenibili”. In più, “da anni avevamo proposto e sviluppato con l’Ausl piani sperimentali per una maggiore apertura di ambulatori e strutture, caduti nel nulla per volere della parte pubblica”.

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