Muore mentre si filma alla guida. L’appello della madre: "Non fatelo"

Un video di quindici secondi, la musica in sottofondo, l’auto a 170 all’ora, poi lo schianto fatale. La mamma di Ana Maria Ahmeti: “Ragazzi state attenti, la vita è una sola”

Ana Maria Ahmeti

Ana Maria Ahmeti

Bologna, 30 settembre 2016 - Un video di 15 secondi. La radio accesa, la musica in sottofondo, il cruscotto e l’A1 in prospettiva. Ana Maria Ahmeti lo filma, poi lo invia a un suo contatto di Whatsapp. Il messaggino viene inviato alle 21,42. Viene letto alle 21,43. Intanto, Ana Maria è morta. All’altezza di Calcara di Crespellano, probabilmente mentre inviava il video ha perso il controllo della sua macchina, che è sbandata prima contro il new jersey, poi si è ribaltata. Come si vede nel breve filmato, andava a 170 chilometri all’ora.

Signora Lupu, come ha saputo della tragedia di sua figlia?

“Mi hanno chiamato alcuni suoi amici. Volevano sapere se l’avessi sentita, perché erano stati contattati dalla polizia che non riusciva a raggiungere me. Sapevo dell’incidente, non sapevo che Ana Maria fosse morta. Ho sperato fino all’ultimo. Poi mi è arrivata la chiamata della polizia. Il mondo, in quel momento, è venuto giù”.

Ha appreso anche che Ana Maria avesse appena girato un video con il cellulare?

“L’ho scoperto poi. Ora, se ci penso, mi rendo conto che quel video è rimasto, ma mia figlia non c’è più. Era una ragazza sveglia, intelligente, parlava tre lingue... E se n’è andata così. Per un gioco, una leggerezza terribile”.

L’aveva mai vista usare il cellulare mentre era alla guida?

“No, non mi era mai capitato. Lei sapeva anche guidare molto bene. Però era appassionata di selfie. Stava sempre a scattarsi foto. Un gioco innocente. Non avrei mai immaginato potesse finire così. Volevo accompagnarla ancora a comprare vestiti. Non andarli a cercare io, come sto facendo ora, da sola, per vestirla per il suo funerale”.

Ana Maria era figlia unica?

“No, ho un’altra figlia, di sedici anni. Anche per lei sto raccontando ora quello che è successo. Adesso riesco ad andare avanti solo pensando che c’è lei, che ha ancora bisogno di me”.

C’è qualcosa che, da mamma, si sente di dire ai ragazzi?

“State attenti. Guidare non è un gioco, non mandate messaggi, non fatevi video mentre siete al volante. Mia figlia era una ragazza splendida. Aveva 25 anni e una vita davanti, da vivere davvero. Ora di lei mi sono rimasti un cellulare pieno di foto e i ricordi che mi porto dentro. Ma Ana Maria non c’è più. Non la sentirò più ridere. Non voglio che nessun genitore debba più piangere le mie lacrime. La vita è una”.

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