Maxi-appalto Global service, assolti Guidoreni padre e figlio

In primo grado erano stati condannati per corruzione, ma in appello il verdetto è stato ribaltato

I fatti risalgono al 2008, quando fu bandita la gara

I fatti risalgono al 2008, quando fu bandita la gara

Bologna, 20 settembre 2017 - La Corte d’appello ha completamente ribaltato la condanna inflitta in primo grado al geometra Fiorenzo Guidoreni, 77 anni, e al figlio Mirko, ingegnere di 47, nell’ambito del processo sul maxi-appalto per il Global Service regionale bandito nel 2008 dall’agenzia Intercenter. Secondo i giudici di secondo grado, dunque, non ci fu corruzione in quella gara. Un’assoluzione piena, perché il fatto non sussiste.

Nel dicembre scorso il tribunale aveva invece pronunciato due condanne e due assoluzioni. Erano stati assolti il direttore del consorzio Unifica ed ex presidente di Confartigianato, Gianluca Muratori, e Mauro Vogli, 52 anni, funzionario regionale che faceva parte della commissione aggiudicatarie.

Discorso ben diverso per i due Guidoreni.I pm Morena Plazzi e Rossella Poggioli per loro avevano chiesto la condanna a tre anni, ma alla finei giudici li avevano condannati a ‘soli’ sei mesi per corruzione impropria, come era stata riqualificato il reato rispetto all’iniziale corruzione propria. Il tutto perché secondo i giudici Mirko, a gara conclusa e appalto assegnato, aveva ottenuto una consulenza da 51mila euro da Muratori, attraverso la società Best Masters di cui era presidente. Secondo i giudici, metà dei soldi erano poi stati girati al padre, membro della commissione aggiudicatrice, come compenso per avere agevolato l’assegnazione dell’appalto al raggruppamento di cui faceva parte il consorzio Cipea e di cui era capofila il Ccc. Muratori, peraltro, in primo grado era stato assolto perché all’epoca dei fatti il fatto non era previsto come reato visto che la corruzione impropria non prevedeva la punibilità per il corruttore.

Questa decisione non ha però retto al vaglio dei giudici di secondo grado. Per loro, infatti, quella consulenza non fu un premio per la gara vinta da Ccc e Cipea. Le motivazioni saranno depositate nei prossimi mesi, ma evidentemente per la Corte non era ravvisabile un nesso causale fra tra l’aggiudicazione dell’appalto e l’incarico conferito a Guidoreni junior.

«La correttezza dell’andamento della gara e l’insussistenza di situazioni di incompatibilità del commissario Guidoreni erano state definitivamente accertate già con la sentenza di primo grado – dice l’avvocato dei Guidoreni, Fulvio Toschi –. Ora questa sentenza ristabilisce la verità anche sull’ultimo addebito. Da parte mia, esprimo soddisfazione per avere fatto emergere, insieme ai giudici della Corte, la verità storica dei fatti, restituendo serenità ai signori Guidoreni».

Resta l’amarezza, nei protagonisti di questa storia, per il tempo trascorso prima di arrivare al verdetto. Ben nove anni, nel caso dell’appello. Lo stesso Muratori, dopo il verdetto di primo grado, si era espresso molto chiaramente: «Siamo molto rammaricati che l’assoluzione sia arrivata dopo tanti anni, ma finalmente è arrivata».

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