Bologna, furbetti del cartellino all'Ibc. Bonaccini. "Profonda revisione"

Il presidente della Regione: "Il presidente Varni ha già detto che è disposto a lasciare"

Stefano Bonaccini

Stefano Bonaccini

Bologna, 12 aprile 2017 - “L'Ibc così com’è non va”. Dopo il caso dei ‘furbetti’ scoppiato nei giorni scorsi all'Istituto beni culturali anche grazie a un servizio di Striscia la Notizia, il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha tutta l’intenzione di riformare l’ente. “Non voglio che si butti il bimbo con l’acqua sporca, ma credo sia giusta una riforma. Anche alla luce di quello che sarà l'esito delle verifiche che abbiamo avviato, credo che questa possa essere l'occasione per avviare un percorso di revisione e riforma complessiva dell'Istituto dei beni culturali e delle relazioni che lo legano alla Regione”,  ha detto Bonaccini. “Stiamo usando tutti gli strumenti disponibili - ha spiegato Bonaccini - per verificare l'andamento dei fatti, e una volta conclusi gli accertamenti, se emergessero delle irregolarità, come abbiamo detto sin dall'inizio saremo inflessibili con i colpevoli". Uno dei dipendenti, infatti, è già stato speso. 

A sollecitare un cambiamento profondo durante il dibattito durante il consiglio regionale sono stati in particolare il capogruppo di Forza Italia Galeazzo Bignami (“va chiuso”) e Tommaso Foti di Fratelli d’Italia. “Credo sia arrivato il tempo in cui si possa immaginare una riforma, anche perché vanno a scadenza gli organi tra poche settimane”, ha confermato Bonaccini al termine dell’informativa.  Bonaccini ha anche sottolineato come “molto correttamente” il presidente dell’Ibc Angelo Varni si sia già dichiarato disposto a lasciare (scadrà a giugno insieme al Consiglio direttivo dell’ente). “Vediamo cosa succede”, dice ancora Bonaccini. Insieme al direttore Alessandro Zucchini e all’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, Varni sarà ascoltato nell’audizione chiesta anche dal Pd che si svolgerà mercoledì prossimo, 19 aprile, durante una seduta congiunta delle commissioni Bilancio e Affari generali e Cultura.  

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