Colata di Idice: indagata l'ex senatrice Pd Rita Ghedini, attuale presidente di Legacoop

La presidente avrebbe orchestrato le pressioni

Il presidente di Legacoop Rita Ghedini e il direttore Simone Gamberini

Il presidente di Legacoop Rita Ghedini e il direttore Simone Gamberini

Bologna, 20 ottobre 2015 - La Procura alza il tiro. Gli indagati nella vicenda della Colata di Idice salgono a sei e l’ultimo nome iscritto dal pm Rossella Poggioli è di quelli che contano. Rita Ghedini, ex senatrice Pd e attuale presidente di Legacoop, ha ricevuto un invito a comparire: nelle prossime ora dovrà quindi essere interrogata dai pm per spiegare il suo ruolo nelle presunte pressioni e minacce esercitate sul sindaco di San Lazzaro Isabella Conti, affinché non cancellasse dalla mappa di Idice il maxi-progetto che stava tanto a cuore al mondo cooperativo. L’ipotesi di reato è per tutti, Ghedini compresa, quella di minaccia a corpo politico o amministrativo dello Stato.

PER L’EX SENATRICE, però, gli investigatori avrebbero disegnato un ruolo di vertice nella piramide della dissuasione, che avrebbe dovuto spingere il primo cittadino di San Lazzaro a non dare corso all’annunciata ‘demolizione’ del Poc. Isabella Conti non avrebbe mai indicato la presidente di Legacoop fra gli interlocutori particolarmente insistenti, ma la Procura ipotizza che l’altro indagato Simone Gamberini, direttore della lega, sia stato semplicemente il suo braccio operativo e abbia agito su mandato della presidenza. Fra Rita Ghedini e Isabella Conti sarebbero comunque intercorse alcune telefonate e almeno due incontri, fra l’atto di giunta del novembre 2014 e il consiglio comunale del 12 febbraio, chiamato a ratificare la cancellazione dell’insediamento che prevedeva 582 alloggi per un valore di 300 milioni di euro. Sempre l’ex senatrice, per gli investigatori, avrebbe mosso altre pedine, come l’ex sindaco Aldo Bacchiocchi, a sua volta indagato, in vista del difficile passaggio consiliare.

Di certo, della sua opinione e posizione sulla vicenda Rita Ghedini non ha mai fatto mistero, esprimendola a più riprese in interviste e comunicati. All’indomani della notizia dell’avviso a Gamberini, la presidente aveva preso carta e pena per esprimere pubblicamente il sostengo al suo operato: «Non ho dubbi che Simone Gamberini nell’ambito dei ruoli che ha ricoperto e ricopre in Legacoop, abbia agito con piena correttezza». Perché, aggiungeva, «il mestiere di un’associazione di rappresentanza è accompagnare e sostenere le proprie associate nello svolgimento delle proprie attività, promuovendone problemi e istanze nel rapporto con le istituzioni politiche e con le forze sociali». Una difesa che suonava un po’ come un ‘adesso indagateci tutti’.

La prima tornata di avvisi di proroga delle indagini, recapitata un mese fa, comprendeva anche il sindaco di Castenaso Stefano Sermenghi, il commercialista Germano Camellini e l’amministratore della società Palazzi Massimo Venturoli.

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