Igor, ecco il covo tra bibbia, birre e pistole / FOTO e VIDEO

Le fotografie, scattate dalla polizia scientifica spagnola dopo l’arresto di Norbert Feher, sono state desecretate dalla magistratura insieme alle carte dell’interrogatori

Molte le lattine di birra all'interno del covo

Molte le lattine di birra all'interno del covo

Bologna, 22 febbraio 2018 - Un vecchio frigorifero nell’angolo, addossato al muro scrostato. Una vasca da bagno in muratura, ridotta ad abbeveratoio per animali. Intorno, buttate a terra, trentacinque lattine di birra, buste di patatine, carta igienica e ritagli di giornale. Eccolo il mondo di Norbert Feher, racchiuso in venti metri quadri di pareti scalcinatee mattoni rotti (FOTO). L’ultimo rifugio del killer della Bassa e di Aragona, la ‘mas del Saso’, sperduta tra le colline basse di terra rossa, dove il vento non smette mai di soffiare, in quella località dal nome emblematico: ‘el Ventorrillo’, la bettola (VIDEO).

Se non fosse il covo di un assassino, dall’elenco di quello che è stato trovato ( e repartato, con tanto di foto) dalla polizia spagnola, il casolare di Feher sembrerebbe il luogo di bivacco di un gruppo di ragazzini. Oltre alle lattine di birra, delle marche Estrella, Mahou e Lager, sono stati trovati una lattina di Coca-Cola, diverse bottigliette di tonica, un paio di calzini, una bottiglia di liquore Asturiana, un vasetto di cuori di carciofo, una scatoletta di tonno e poi cracker, cetriolini, patatine fritte, semi di girasole, ritagli di giornale, un rotolo di carta igienica, pezzi di cotone, un asciugamano. E poi una pistola. Una Beretta calibro 9. Quella che si è rotta, sparando diciassette colpi contro i due poliziotti del Roca (l’unità che si occupa di furti agricoli), Victor Caballero e Victor Romero, quel pomeriggio del 14 dicembre. Così, per fuggire, ubriaco, sul pic-up rubato all’altra sua vittima, l’allevatore e sindacalista José Luis Iranzo, Feher ha strappato ai due agenti che agonizzavano le loro armi di ordinanza e i caricatori.

Le foto dell'arresto in Spagna

Era armato fino ai denti, il Rambo serbo, poteva uccidere ancora. Ma è finito fuori strada, sfinito dall’alcol e dalla stanchezza, dopo otto ore di fuga di notte, tra quelle strade deserte, mentre cercava di seminare la Guardia civil che lo braccava. Al giudice, Feher con arroganza ha detto di aver bevuto, ma che la cosa "non lo disturbava alla guida". Tuttavia, ha poi spiegato di non riuscire a camminare da ubriaco, motivando così il fatto di essere rimasto fermo vicino all’auto dopo l’incidente e di essersi addormentato lì, finendo per farsi catturare. Nell’elenco delle cose assurde rinvenute dalla polizia nelle 24 borse che il fuggitivo aveva con sé, figura di tutto: dalle armi e gli utensili per la sopravvivenza, a quattro rosari e una Bibbia. E poi vestiti, coperte e materassini, oltre a giocattoli, come un Tamagotchi e le carte di Dragon Ball, e due lettori cd.

Igor il Russo, così da latitante parlava con la mamma / FOTO e VIDEO

Lo aveva detto, il suo vecchio compagno di cella a Ferrara, che ‘Igor’ passava le ore a guardare i cartoni animati. Sembrava incredibile che quel freddo assassino avesse una passione da bambino, malgrado le sue foto scattate al festival di Cosplay sempre nella città estense e pubblicate tra i pochi scatti presenti sul suo profilo Facebook. E malgrado il maxi barattolo di Nutella trovato nel Fiorino rubato a Budrio dopo l’omicidio del barista della Riccardina. Ora Feher si trova detenuto nel carcere di Sueza, a Saragozza. Le guardie che lo controllano a vista dicono che passa le sue giornate leggendo la Bibbia, come faceva anche in cella in Italia. Ma questa ‘redenzione’, vera o presunta che sia, difficilmente gli porterà adesso gli stessi vantaggi, tradotti in sconti di pena, di cui ha potuto beneficiare in Italia.Troppo sangue ha lasciato sulla sua strada, troppo dolore.

Mentre si avvicina il momento, per il pm Marco Forte che coordina le indagini dei carabinieri, di volare a Saragozza per interrogare, finalmente, il killer che ha mobilitato un migliaio di militari dell’Arma, impegnati per due mesi tra Molinella e Argenta, in quel fazzoletto di terra tagliata dai canali al confine tra le province di Bologna e Ferrara, i carabinieri del Ros a Roma hanno iniziato ad analizzare i primi materiali informatici arrivati dalla Spagna. L’obiettivo è chiudere il cerchio sulla rete di contatti che, negli scorsi mesi, hanno aiutato il serbo nella sua latitanza e nel viaggio dall’Italia alla Spagna. Che lui, con una notevole dose di strafottenza, ha sostenuto di aver affrontato, da solo, in sella a una bici rubata.

Intanto, nel processo che si annuncia più imminente, quello per i fatti di sangue in Aragona, il comitato degli amici di Davide Fabbri, ieri, ha annunciato di aver dato mandato all’avvocato Giorgio Bacchelli, legale anche della vedova del barista, Maria Sirica, per la costituzione di parte civile. Come nella Bassa, anche in Spagna i famigliari delle vittime si sono costituiti in associazione. E una rappresentanza dei parenti dell’allevatore José Luis Iranzo sarà il prossimo 28 aprile al teatro di Budrio, per una serata in ricordo delle vittime della furia di Feher. All’appuntamento, presentato da Giorgio Comaschi, saranno presenti istituzioni e personalità della cultura e dello spettacolo.

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