Igor il russo, 18 identità in 8 Paesi diversi. "In Spagna da settembre" /FOTO e VIDEO

L'assassino non si pente, show davanti al giudice: "Accetto di essere consegnato all'Italia"

Igor il russo esce dal tribunale di Alcaniz

Igor il russo esce dal tribunale di Alcaniz

Alcaniz (Spagna), 18 dicembre 2017 - Sulla t-shirt nera ha stampato il nome di un supereroe Marvel. Ma Norbert Feher è solo una bestia in gabbia. Cattivo, nel senso più classico del termine. Prigioniero. Lo scortano nel tribunale di Alcaniz gli uomini dell’Antiterrorismo della Guardia civil. Hanno le mitragliette spianate, mentre spingono dentro, ammanettato, l’uomo che ha sconvolto in dieci giorni questa remota e tranquilla provincia della Spagna. Che il male l’aveva visto e raccontato nei quadri del suo figlio Goya. E che ora se lo trova ancora incarnato in questo trentaseienne serbo, assassino di due poliziotti e un agricoltore, responsabile del tentato omicidio di altre due persone, in quella manciata di terra secca che divide i due paesini di Andorra e Albalate, in Aragona.    Qui Igor il russo ha ammazzato ancora, come aveva fatto ad aprile nella Bassa tra Bologna e Ferrara. Ma questa volta è caduto. E ora, di fronte al giudice Carmen Lamela, che lo ascolta in videoconferenza da Madrid, la stessa che ha messo in cella i leader catalani, accetta di parlare. E lo fa in italiano, quasi l’ennesimo schiaffo a chi per mesi gli ha dato la caccia e ora non può neppure assistere al suo interrogatorio. Perché i carabinieri arrivati da Bologna dopo l’arresto di Norbert-Igor sono fuori, tra i cronisti, ad aspettare di sapere le tante cose che il serbo deve ancora spiegare.   «Voglio un interprete italiano», ha detto il killer serbo di Davide Fabbri e Valerio Verri al giudice, che gli chiedeva se accettava l’estradizione in Italia per quei due delitti. E, sempre in italiano, ha risposto che sì, era pronto a tornare. Poi, quasi con arroganza, ha raccontato: «Sono arrivato in Spagna a settembre e non ho avuto alcuna occupazione qui». E, quando il traduttore è arrivato, lo schivo Feher, che neppure una volta era inciampato in un’intercettazione, in una telefonata ‘sbagliata’, si è sciolto. Ha parlato per quattro ore, ammettendo le sue responsabilità per gli omicidi commessi in Spagna. Ha dichiarato di aver utilizzato diciotto diverse identità in 8 Paesi diversi, utilizzando in quest’ultimo periodo l’alias di Ezechiele Norberto Feher Non una parola sul sangue che si è lasciato dietro in Italia. Da dove è fuggito, e ancora le ipotesi sulle modalità sono tutte aperte, già prima dell’estate.    Il sospetto è che abbia sfruttato un passaggio offerto da un camionista, ma non è escluso neppure che sia salito su un autobus di quelli che trasportano badanti dell’Est verso gli impieghi in mezza Europa. Potrebbe quindi aver attraversato il Brennero ed essere rimasto in Austria per un periodo. E poi, da lì, essere approdato, in qualche modo, in Spagna. Suggestiva, ma non avvalorata ancora da nessuna certezza, l’ipotesi che abbia sfruttato un viaggio di pellegrini, diretto verso un qualche santuario spagnolo. Ma al momento si tratta solo di suggestioni, appunto. Fondamentale, per capire chi lo abbia sostenuto in questa peregrinazione latitante, sarà invece lo studio del cellulare, del pc portatile e della chiavetta usb che Igor aveva con sé quando è stato arrestato. Il pm Marco Forte, che coordina l’inchiesta su Feher da Bologna, ha già chiesto il verbale e l’audio dell’interrogatorio di ieri. E, questa mattina, contatterà la federal del tribunale di Alcaniz per chiedere una collaborazione nelle indagini e negli accertamenti tecnici. Il tutto mentre Feher, adesso, si trova dietro le sbarre a Teruel: ieri il giudice Lamela ha stabilito la misura cautelare del carcere per i tre omicidi di El Ventorrillo e per i due tentati di Albalate (VIDEO).    L’estradizione, invece, non arriverà, ma non è escluso che Igor possa essere accompagnato in ‘trasferta’ in Italia per il processo che lo attende qui. Così dovrà guardare negli occhi le moglie e i figli degli uomini che ha ucciso, a cui ha strappato un pezzo di vita. Che, come implorava e urlava ieri il fratello dell’agente Victor Romero fuori dal tribunale, vogliono ‘mirarlo’.

Killer di Budrio, Igor accetta l'estradizione. "Ero in Spagna da settembre" / FOTO e VIDEO

 

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