Bologna, Igor scappò per tre volte, ma per i carabinieri “non c’erano le condizioni per sparare”

Svelato il rapporto dei militari: l’8 apile in via Spina a Molinella incontrarono il Fiorino con a bordo il ricercato

Igor il russo, al secolo Norbert  Feher

Una immagine di Igor Vaclavic, ricercato per varie rapine nel ferrarese, sospetatto della rapina della pistola alla guardia giurata di Consandolo (Ferrara) con somiglianze con l'omicida di Davide Fabbri a Budrio (Bologna). ANSA/CARABINIERI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Bologna, 9 agosto 2017 - L’8 aprile in via Spina a Molinella non c’erano le condizioni per sparare a Norbert Feher-Igor Vaclavic senza rischiare conseguenze. È la valutazione che fecero i carabinieri che quella sera lo incrociarono, durante la fuga dopo il secondo omicidio per cui lo straniero è tutt’ora ricercato: si limitarono a tenerlo d’occhio, in attesa di rinforzi. Emerge dall’annotazione di polizia giudiziaria firmata all’una della stessa notte dai tre militari. Da quel momento di Igor-Norbert si sono perse le tracce, nonostante l’area fu subito cinturata e nei giorni successivi si scatenò una grande caccia all’uomo tra Bolognese e Ferrarese.

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Dal rapporto, di cui ha dato notizia La Nuova Ferrara, si ricostruisce come i tre, in borghese e con un’auto di copertura, incontrarono il Fiorino con a bordo il ricercato. E di come, sempre in contatto con la centrale, lo seguirono e si avvicinarono fino a quando lui prima li abbagliò con i fari, poi, apparentemente disarmato, scese per andare in un bosco, non prima di essere tornato indietro per prendere uno zaino militare. «Durante le fasi di avvicinamento del soggetto - scrivono i militari - non è stato in alcun modo possibile attingerlo mediante l’utilizzo delle armi in dotazione in quanto i militari operanti non erano in alcun modo in posizione favorevole da poter ottenere un risultato senza ulteriori conseguenze per la loro incolumità. Per cui, stante alle disposizioni e alle circostanze di tempo e di luogo, l’unica azione plausibile al momento era quella di porre un’attenta osservazione in sicurezza”.

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Una mappa del cielo, un opuscolo per studiare i geroglifici con all’interno un foglietto per imparare il linguaggio morse, ma anche due settimane enigmistiche dell’anno Duemila e una bottiglia di ‘Limoncetta di Sorrento’. Questi gli oggetti, oltre a viveri e un mini-kit per medicarsi, che Igor Vaclavic alias Norbert Feher custodiva nel Fiorino rubato e abbandonato l’8 aprile a Molinella, su cui i carabinieri del Ris di Parma hanno isolato nove impronte digitali riconducibili agli alias dello straniero, accusato di due omicidi tra Bologna e Ferrara. Dalla relazione degli specialisti dell’Arma depositata a maggio si evince anche che su un dizionario italiano-spagnolo, oltre ad impronte di ‘Igor’, è stata repertata anche un’unica traccia riconducibile ad un altro pregiudicato presente negli archivi. Si tratta di un dominicano, che da tempo sarebbe stato ascoltato sui rapporti con il latitante e tenuto sotto controllo, senza che emergessero elementi utili a rintracciare il killer.

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