Bologna, 15 dicembre 2017 - Per la cattura di Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, che è un “pericolosissimo latitante, c’è stato da parte dei carabinieri uno “sforzo immane. Non c’è stata mai alcuna sottovalutazione, neanche dopo il primo omicidio. Il risultato investigativo secondo me è eccezionale”.
A dirlo è stato il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato (FOTO), dicendosi “orgoglioso di uno Stato che non abbandona i suoi morti”. Igor, ha detto Amato “a differenza di altri latitanti” non aveva “contatti strutturati”, quindi certe “azioni di collegamento sono state possibili da attività complesse e sofisticate” portate avanti dai militari dell’Arma. L’ “esito drammatico di questa cattura, con uccisione di tre persone, dimostra la pericolosità assoluta di questo soggetto - ha concluso Amato - che agiva con l’assenza di scrupoli, con la volontà premeditata di difendersi sparando a prescindere dal contesto in cui si trovava”.
LA SCHEDA Igor il russo che ha seminato il terrore in Emilia Romagna
Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, catturato giovedì sera in Spagna, verrà processato “sicuramente secondo le norme”, ma “coordinandoci con gli altri Paesi” coinvolti durante la caccia. Lo ha detto il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, confermando la richiesta di estradizione. La consegna di Igor 'il russo' all'Italia sarà però molto probabilmente sospesa dall'Audiencia Nacional spagnola "fino al processo o fino all'esecuzione della pena" per gli omicidi commessi in Spagna. A scriverlo è l'agenzia Efe - secondo quanto riporta El Pais - che cita fonti del tribunale aggiungendo che già domenica il serbo comparirà in videoconferenza davanti alla giudice Carmen Lamela che gli notificherà i crimini per i quali è ricercato in Italia.
Ma questo “non è il momento dei sofismi dal punto di vista della giurisdizione internazionale. Certamente processeremo Igor secondo le norme - ha aggiunto Amato - e dovremo coordinarci, come per la verità di siamo coordinati molto bene grazie all’Eurojust in tutta la fase delle indagini” durante le quali “ci siamo mossi in Italia e all’estero: abbiamo lavorato in Spagna, in Francia, Austria Serbia e non solo”.
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