Bologna, incinta malata di tumore. "Mobilitati 20 specialisti"

Pierandrea De Iaco, responsabile di Oncologia ginecologica del Sant’ Orsola

Pierandrea De Iaco, guida Oncologia ginecologica al Sant’Orsola

Pierandrea De Iaco, guida Oncologia ginecologica al Sant’Orsola

Bologna, 17 ottobre 2017 - Dottor Pierandrea De Iaco, una storia particolare quella di Jessica Ricci? «Sì – risponde il responsabile della oncologia ginecologica del Sant’Orsola – anche se rappresenta uno dei tanti casi che affrontiamo tutti i giorni. Il risultato è stato ottenuto dalla collaborazione di almeno 20 specialisti di diversi reparti: oncologia ginecologia, oncologia medica e ostetricia».

Come è iniziata questa avventura? «Jessica si è presentata il 13 gennaio al Sant’Orsola durante il secondo mese di gravidanza e abbiamo scoperto un tumore al collo dell’utero. Dopo una valutazione dello stato di gravidanza e di diffusione della malattia, noi ginecologi, con gli anatomo patologi, gli oncologi, i radiologi, gli psicologi e gli ostetrici abbiamo proposto alla paziente di conservare la gravidanza».

Avete pensato subito all’operazione? «Dopo un’ipotesi di intervento chirurgico ci siamo resi conto che il tumore era più avanzato di quanto pensato e così si è deciso di eseguire una trattamento di chemioterapia»

La chemio in gravidanza è un rischio? «No, si può fare a partire dal secondo trimestre, quando il feto ha già completato lo sviluppo degli organi. E noi abbiamo aspettato alcune settimane prima di iniziare la terapia».

Siete ricorsi a un trattamento particolare? «È un trattamento standard per queste pazienti. Ma la somministrazione è stata fatta una volta alla settimana, invece che ogni 21 giorni, per ridurre gli effetti collaterali».

Perché avete scelto il parto cesareo? «Abbiamo voluto che il collo dell’utero non venisse toccato dal passaggio del bambino che è nato sano e con un peso normale».

E infine l’intervento? «Alcune settimane dopo, contrariamente al piano originario di asportare l’utero, abbiamo capito che si poteva procedere alla conservazione dell’utero, per cui abbiamo eseguito solo l’asportazione di un tratto del collo dell’utero e dei linfonodi pelvici».

Sono previste terapie future? «Jessica non ne avrà bisogno, inizierà, invece, un programma di controllo ogni 4-6 mesi per cinque anni».

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